L'urna di Nyon non era stata benevola con l'Inter, perché l'Eintracht Francoforte era sicuramente tra i clienti più complicati da poter pescare. Nel frattempo, i piani dei nerazzurri si sono ulteriormente complicati con l'infortunio di Nainggolan, il lento recupero di Keita e il perdurare del caso Icardi. Al contrario, i tedeschi non perdono da una vita in gare ufficiali (l'ultimo ko risale al 22 dicembre, 0-3 in Bundesliga con il Bayern) e sono reduci da ben 9 risultati utili consecutivi (4 vittorie e 5 pareggi) tra campionato ed Europa League. Insomma, una squadra che scoppia di salute, a differenza di quella di Luciano Spalletti. E allora analizziamo pregi e difetti del complesso diretto da Adi Hütter.

I PREGI – La forza dell'Eintracht è chiaramente la fase offensiva. Sulla carta, quello di Hütter è un 3-4-1-2, con un trequartista alle spalle delle due punte. Il gioco offensivo transita soprattutto sulle corsie esterne e, in particolare, si poggia sulla velocità a sinistra di Kostic, un'ala prestata al ruolo di quinto di centrocampo. L'esterno serbo è una freccia da quella parte, abile nel dribbling e nel recapitare palle ghiotte a centro area, dove Jovic e Haller stazionano con regolarità, aiutati dall'apporto di Rebic (o Gacinovic) e dagli inserimenti di un centrocampista (di norma Rode). Meno qualità a destra, dove gioca Da Costa, lui si un tipico laterale a tutta fascia. Più difficoltà nel costruire dal basso, e non a caso – vista la reiterata assenza del capitano Abraham –, Hütter sceglie spesso di piazzare Hasebe (che è un centrocampista) in mezzo alla difesa, lasciando il ruolo di uomo d'ordine in mezzo al campo a Gelson Fernandes. Importante l'innesto a gennaio di Hinteregger, difensore roccioso e attento.

I DIFETTI – Solitamente, l'Eintracht parte forte nei primi minuti, specie nelle gare casalinghe. Un atteggiamento parecchio offensivo, che fatalmente tende a sguarnire la propria metà campo. In particolare, spazio se ne crea sul lato sinistro del versante tedesco, ossia sulla corsia di competenza di Kostic, che col passare dei minuti risente della fatica dovuta ai continui scatti e fa mancare l'apporto in fase difensiva. Un'arma a doppio taglio, insomma, che rende vulnerabile l'Eintracht quando l'avversario è abile nel gestire palla nella prima pressione e saltare il pressing. In questo senso, per Spalletti sarebbe stato perfetto l'utilizzo di Nainggolan, magari come interno in un centrocampo a tre più che come trequartista dietro la punta. Purtroppo per i nerazzurri, il belga non ci sarà. Un'idea, allora, potrebbe essere quella di avanzare Asamoah in mezzo: Vecino non appare in grande condizione, Borja Valero potrebbe risentire del ritmo forsennato, e allora l'opzione del ghanese non sarebbe fantacalcio. Anche perché Cedric ha il passo per contenere Kostic e, dall'altra parte, D'Ambrosio sarebbe indicato a fronteggiare Da Costa.

L'UMO IN PIÙ – Chi ruba l'occhio in casa Eintracht è certamente Jovic, talento in erba e già nel mirino dei più grandi club europei. Il serbo è una seconda punta che ha dimostrato di possedere ottime potenzialità e anche svariati gol nelle gambe. Ma il vero asso della squadra di Hütter è senza dubbio Haller. Grande fisico, fiuto del gol, protezione della palla, colpo di testa, tocco felpato, visione di gioco e anche una falcata insospettabile vista la stazza, che in certi casi fa tornare alla mente un mostro sacro come Henry. Insomma, un repertorio completo che ben presto potrebbe condurlo verso una big europea. Ennesimo test probante per la difesa nerazzurra.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 07 marzo 2019 alle 13:33
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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