Il primo passo è stato mosso: la corsa per la costruzione del nuovo stadio di proprietà dell'Inter è a quanto pare arrivata alla prima tappa, quella dell'identificazione dell'area per l'edificazione. I lavori e i sondaggi del direttore generale della società nerazzurra Marco Fassone si sarebbero conclusi con la vittoria forse finale di San Donato Milanese, zona sud del capoluogo lombardo: un'area vicina ad un punto nevralgico della città come l'aeroporto di Linate e ben servita a livello logistico, vista la vicinanza con l'Autostrada e la presenza del capolinea della Linea 3 della metropolitana milanese e della stazione integrata nel sistema ferroviario suburbano. Un'area importante anche se pensiamo all'economia locale, uno dei cuori pulsanti dell'imprenditoria meneghina.

Questo era il primo passo di questa lunga maratona, per il quale Fassone ha lavorato per mesi e mesi tra colloqui e confronti con le varie Amministrazioni comunali. Adesso che questo capitolo sembra ormai chiuso, ora comincia il bello. O il brutto, a seconda dei punti di vista. Perché il presidente dell'Inter Massimo Moratti è stato chiaro, nel corso dell'intervista esclusiva ai nostri microfoni: lo stadio nuovo di proprietà è ormai un passo fondamentale per la vita di un club, perché avere un impianto proprio permette di lavorare al meglio. Ma adesso arriva il momento cruciale, quello della scelta del progetto e soprattutto dell'azienda alla quale sarà affidato il compito di dare vita alla nuova casa dell'Inter: un discorso sul quale lo stesso Moratti è praticamente schierato in prima linea, impegnandosi lui stesso nei colloqui coi possibili partner.

Tanta acqua è passata sotto i ponti dal giorno dell'annuncio dell'accordo con la China Railways Construction Corporation, accordo che però ormai sembra essersi arenato con poche prospettive di rimetterlo in marcia, come ha fatto evincere il numero uno di Corso Vittorio Emanuele, e che ha causato anche una serie di problemi allo stesso colosso cinese. Ma per una CRCC che pare andare via, ci sono tantissimi altri partner che sarebbero pronti a fiondarsi su questa grande opportunità, come ad esempio la ditta elvetico-kosovara Mabetex sondata nelle scorse settimane da Moratti stesso tramite colloqui con i fratelli Pacolli titolari dell'impresa. E insieme ai partner, bisognerà anche valutare la bontà dei vari progetti e soprattutto l'impatto sul piano economico, cercando il partner che garantirà il miglior rapporto qualità-prezzo.

Poi, il modello: tante congetture si sono fatte negli ultimi tempi, passando dall'Allianz Arena di Monaco all'Emirates Stadium di Londra fino alla Friends Arena di Stoccolma, un impianto innovativo del quale Moratti ha parlato col presidente dell'AIK Solna Johan Stromberg. Modelli da studiare e da ammirare, magari non necessariamente da imitare: idee sulle quali porre le basi per un progetto ancora più innovativo, una casa che possa essere amata sin da subito da tutti i tifosi nerazzurri. Un sogno che si vuole diventi realtà nel 2017, per un salto nel futuro che per l'Inter sarebbe non solo un motivo di orgoglio, ma anche e soprattutto un punto di rilancio importante per le strategie future. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 07 febbraio 2013 alle 12:08
Autore: Christian Liotta
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