Una vittoria che rinfranca lo spirito e i sensi, quella ottenuta questa sera dall’Inter contro la Fiorentina. Un 3-0 che lascia poco spazio ai dubbi e che permette ai nerazzurri di mettersi alle spalle l’inciampo di Napoli e riproporre la propria versione migliore. Così Cristian Chivu si pronuncia dopo la partita intervistato da DAZN.

Più bello il gol di Calhanoglu o di Sucic?
“Belli tutti e tre… L’importante era vincere, reagire dopo la sconfitta a Napoli e riprendere il nostro cammino. Abbiamo tirato fuori una prestazione di maturità nel cercare i varchi con pazienza, nel destabilizzare la loro organizzazione. Forse nel primo tempo siamo stati poco cattivi davanti all’area e un po’ leziosi però nel secondo tempo abbiamo aggiunto quello che ci mancava e l’abbiamo sbloccata”.

Al gol di Sucic stava per buttarsi coi giocatori poi si è frenato.
“Dovevo dire qualcosa ai ragazzi, ho approfittato per dire qualcosa che non mi è piaciuto. Chiedo scusa agli arbitri se li metto in difficoltà, ma sono umani e capiscono anche loro”.

I tiri di Calhanoglu sono la conseguenza del dominio di questa squadra, ma te lo aspettavi Calhanoglu capocannoniere di Serie A?
“La qualità di Hakan non si discute. Aveva solo bisogno di trovare le motivazioni giuste, superare le difficoltà estive. Cogliamo i frutti di un centrocampista completo che ha la leadership dentro. Siamo contenti delle prestazioni sue e degli altri centrocampisti”.

Tra i segnali positivi c’è anche il primo cambio dopo 77 minuti, segnale di fiducia verso chi era in campo?
“Ho visto la reazione che volevo all’intervallo. Era inutile cambiare, la gamba girava e un allenatore deve capire dove intervenire e dove no. Non volevo scompaginare gli equilibri, magari ho pensato di fare due cambi dove delle cose non sono state fatte bene ma poi l’abbiamo sbloccata, abbiamo avuto pazienza e abbiamo fatto il secondo gol. Sono letture che un allenatore fa, non vuol dire che uno è più bravo e uno no. In base all’analisi della partita si agisce”.

C’è rumore dei nemici intorno all’Inter?
“Non mi interessa, è uno spreco di energie. Sono dentro questo progetto, cerco di completare le mancanze del gruppo dal punto di vista mentale e fisico. Abbiamo l'obbligo di fare questo. Non ci interessa quello che fanno e dicono gli altri”.

Cosa le piace di più del dover gestire questo gruppo? La gestione tattica o quella delle diatribe dialettiche?
“Di me parlo poco. Posso dire che prima ero preoccupato per alcune cose da sistemare, ora piano piano inizio a divertirmi”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 29 ottobre 2025 alle 23:35
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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