Nicolas Burdisso, 5 stagioni in nerazzurro, parla in Argentina della sua avventura all'Inter e non solo. Si comincia con il suo addio all'Inter: "Con Mourinho ho un bel rapporto, secondo me è il tecnico più preparato e più completo del mondo. Ha un carisma unico, motiva sempre le sue squadre. Sono andato via dall'Inter solo per una decisione mia".

All'Inter Burdisso ha avuto tanti amici: "I miei migliori amici nel calcio sono Coloccini, Samuel e i fratelli Milito. Walter è stato uno dei migliori compagni di reparto in difesa. A scuola ero bravo, contrariamente a molti calciatori, ma ce ne sono anche tanti altri che era bravi a scuola, come Solari, Crespo e Cambiasso. In Italia gli attaccanti avversari mi chiamano macellaio, ma io non rispondo. Al Boca sono arrivato nel momento giusto, in cui ha iniziato a vincere titoli. Con l'Inter mi è successa la stessa cosa".

Burdisso si sofferma sulla rissa di Valencia, un episodio storico da qui uscì col naso rotto: "All'andata avevo litigato con Joaquin, perché avevo buttato via un pallone. Al ritorno, abbiamo discusso io e Joaquin per tutta la partita e alla fine in due sono venuti da me. Mi voltai e vidi Marchena: mi ha spinto, io l'ho spinto e sarebbe finita lì se non fosse arrivato Navarro, che mi ha tirato un pugno tremendo che mi ha fratturato il naso. Hanno dato a lui 7 e a me 6 giornate di squalifica. E' stato brutto quando sono dovuto andare al tribunale della Uefa a dire che ci avevano trattati come ladri. Volevano prendere una misura esemplare con noi".

Il Patroncito parla anche del grave infortunio che lo tiene ancora fuori: "Mi hanno mandato un messaggio in molti, giocatori che hanno subito infortuni come il mio e allenatori come Mourinho, Villas-Boas, Bianchi e Conte, che non conoscevo. Come mi ha detto Samuel, che ha vissuto un infortunio simile, tutti all'inizio ti mandano messaggi e ti chiamano e dopo tre settimane tutti si dimenticano di te".

Chiusura dedicata al suo rapporto di amore e odio con Roberto Mancini: "Con Mancini ho litigato spesso, senza mai arrivare alle mani. Il primo giorno all'Inter entrò nello spogliatoio e attaccò i giocatori, che gli rispondevano. A volte ti diceva: "Stai giocando in modo disastroso". Una volta vincevamo 1-0 e al novantesimo ha segnato l'uomo che marcavo io. Dopo la partita mi ha detto: "Sei un pelotudo (un insulto pesante), abbiamo pareggiato per colpa tua, non giocherai più con me". Un giorno io e Cuchu siamo andati da lui a chiedergli il permesso per fare uno stage con l'Argentina di Pekerman. Abbiamo iniziato a discutere e Cambiasso non sapeva cosa fare, se andarsene o rimanere, se parlare o stare zitto. Alla fine abbiamo ottenuto il permesso. Se c'è una cosa che però apprezzo di Mancini è che non porta rancore per nessuno".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 16 marzo 2012 alle 12:00
Autore: Guglielmo Cannavale
vedi letture
Print