In sede di campagna acquisti, la scorsa estate, Samuel Eto’o era stato presentato come il colpo dei gol importanti, i gol che avrebbero dato punti e vittorie contro Milan o Juventus, i gol che avrebbero guidato l’Inter verso la finale di Madrid. Ed infatti questo è avvenuto. Nonostante una nuova posizione tattica un po’ arretrata rispetto agli anni precedenti, Eto’o il vizio della rete non lo ha perso; certo, la media rispetto a Barcellona è scesa un po’, però 15 centri tra campionato e coppe non sono comunque pochi, pur giocando da esterno. Eto’o si è calato al meglio nella parte di gregario di Diego Milito, lasciando al Principe di Bernal tutte le luci della ribalta, ma anche il bomber camerunese ha detto la sua in fatto di gol pesanti. Due sono state le segnature in Champions, entrambe decisive. E’ stato lui ha sbloccare, con un sinistro rabbioso, la gara qualificazione contro il Rubin Kazan a Milano. E’ stato lui a rendere reale l’impresa di Stamford Bridge, condannando il Chelsea di Carlo Ancelotti. Samuel ha sempre risposto presente nelle gare che contano; non bisogna dimenticarsi che è stato lui l’uomo che ha regalato, con due gol in due finali, altrettante Champions League al Barcellona, una squadra che, nonostante abbia un grandissimo attacco, ancora lo rimpiange.

Samuel Eto’o ha raggiunto il picco del mondo grazie proprio alla squadra catalana, con la quale ha conquistato Liga, Copa del Rey, Champions League e svariati titoli di Pichichi, ricevendo sempre in cambio tanto affetto dalla tifoseria azulgrana, una tifoseria che, nonostante uno stile non certo galante per una società e una squadra vincente come il Barça (il riferimento va all’ultima semifinale contro i nerazzurri), resta sempre un popolo d’elite, pronto ha riconoscere il lavoro straordinario dei suoi campioni. Proprio come Eto’o, professionista serio; alzi la mano chi avrebbe mai immaginato un giocatore del suo livello, con un palmares ricco come il suo, essere la spalla di Diego Milito, che in quanto a classe e abnegazione è alla pari del camerunese, al contrario di quanto lo sono le vittorie in carriera. Eto’o darebbe tutto per il suo club, un professionista con gli attributi pronto al triplete, il secondo consecutivo, un record per il calcio moderno. Nessuno c’è mai riuscito. Ed ecco che il numero 3, numero perfetto in tutti i sensi, entra prepotentemente nella carriera del capitano del Camerun; sono tre infatti le finali di Samuel Eto’o, la terza sabato, in cui cercherà di mettere  a segno il suo terzo gol in altrettante finali, perché quando tutti hanno chiesto il suo centro, quello decisivo, sono stati sempre puntualmente accontentati, nonostante il bomber giochi in una posizione arretrata per il bene dell’Inter.

Lo abbiamo visto sereno e pacato a Siena, felice ma subito concentrato a vincere già sabato prossimo a Madrid; perché i grandi campioni sono questi, campioni dentro e fuori dal campo. Non c’è tempo per cullarsi sugli allori quando si sa di avere la possibilità di entrare nella storia. Eto’o lo è già come uno dei bomber più prolifici degli ultimi vent’anni, uno dei pochi ad aver timbrato il cartellino in tutte le finali da lui giocate, ma non gli basta, vuole imprimere ulteriormente il suo nome. E se il vecchio adagio, ‘Non c’è due, senza tre’, non si sbaglia, potrebbe essere paradiso per tutti, anche per chi di successi in carriera ne ha ottenuti già tanti.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 18 maggio 2010 alle 09:33
Autore: Alberto Casavecchia
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