Dalla grande paura di un lungo stop, dall’impossibilità di vederlo in campo per un bel po’ di tempo, al recupero in extremis, passando per lo schieramento in campo da titolare, sino alla grande prestazione di ieri. Sono stati questi gli ultimi quattro giorni di Andrea Ranocchia, il quale è rimasto nei pensieri dei tifosi nerazzurri dal momento in cui è uscito in barella nella sfida di Champions League contro il Bayern Monaco. Ieri sera a Genova l’ennesima conferma: una gara davvero importante, quasi perfetta, nella quale ha annullato Massimo Maccarone, resosi pericoloso solo a causa di un errore nella linea del fuorigioco di Lucio, che ha permesso all’ex Siena di involarsi davanti a Julio Cesar, ottimo nel fermare le sue ambizioni di gloria. Andrea ha giocato con la solita eleganza, la solita tranquillità da veterano, nonostante la giovanissima età.
Il 23enne umbro sembra non risentire del cambio di palcoscenico. Solo tre anni fa lo si poteva notare nei campetti di provincia in Serie C1, con la maglia dell’Arezzo. Poi una crescita mostruosa, disarmante a tratti. A Bari l’esplosione, nonostante un infortunio grave al ginocchio, un infortunio che gli ha sicuramente precluso la convocazione in Nazionale maggiore e una chance mondiale in Sudafrica. L’Inter lo blocca in estate, parcheggiandolo al Genoa per poi riportarlo alla base nel giugno 2011. Ma l’infortunio di Samuel anticipa il suo arrivo in nerazzurro: non più giugno, ma gennaio. Andrea arriva e pian piano diventa il leader difensivo di questa Inter, acquista una fiducia notevole, tanto che i compagni (come ieri sera) lo possono anche lasciare da solo a coprire la difesa, sbilanciando magari la squadra, ma sicuri che lui arriverà a sbrogliare le matasse.
Diciamo la verità: quando Moratti ha accelerato i tempi accontentando le richieste economiche di Preziosi lo scorso dicembre, qualcuno ha storto il naso. Improbabile che un giovane come lui avrebbe potuto fare la differenza per risollevare le sorti di un’Inter malconcia dopo la gestione Benitez. Per lui si prospettava un posto in panchina al fine di dare respiro ai vari Lucio, Cordoba, Chivu e Materazzi. Oggi la a musica è cambiata e la personalità con cui Ranocchia sta affrontando questo impegno in una grande squadra ha convinto tutti, da Moratti a Leonardo, che lui sia un predestinato e che il suo posto sia nella difesa titolare nerazzurra. Anche gli addetti ai lavori ‘esterni’ lo hanno promosso, definendolo il nuovo Nesta. Una grande notizia anche in ottica Nazionale.
Con il rientro di Samuel nella prossima stagione Leonardo dovrà sciogliere dei dubbi non indifferenti. Lasciare fuori uno tra Lucio e lo stesso argentino appare quasi un sacrilegio, come appare difficile vedere in panchina un giovane che gioca con tanta eleganza e sicurezza. L’età depone a suo favore, anche se l’esperienza dei primi due citati resta un fattore importante. A Leo, dunque, l’ardua scelta.
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