"Lautaro è un campione, forse un campionissimo, non solo perché ha portato a spasso per tutta la Catalogna la difesa di Xavi. Non perché ha scritto in un teatro dei sogni un piccolo compendio di cosa dovrebbe fare un centravanti moderno, totale, focalizzato sul gol ma pure bravo a dividere gioia è responsabilità con i compagni. Lautaro è un campione perché, alla fine, nella disperazione generale e in un rimpianto che non andrà via per giorni, abbraccia il povero Asllani: l’albanese non dormirà per un mese pensando a quel 4-3 facile facile che l’avrebbe proiettato nella leggenda interista dalla porta principale". Lo evidenzia la Gazzetta dello Sport nel focus dedicato all'attaccante argentino, tornato in gol dopo 42 giorni di astinenza. Oltre un mese senza sorriso, ma il suo contributo alla causa non era comunque mai venuto meno.

"Non firmo per il pari", aveva detto il Toro nella conferenza di vigilia. "Evidentemente, Lautaro ci credeva davvero. Sapeva che la sua Inter avrebbe potuto fare una partita di questo tenore contro questi avversari. Anzi, lui stesso è cresciuto assieme ai compagni, come fosse in simbiosi: il gol del 2-1, quello che ha interrotto il suo digiuno e cambiato l’umore dei 93mila del Camp Nou, non è piovuto in maniera casuale, ma è stato figlio del coraggio di tutta la compagnia", riconosce la rosea. "Da adesso la stagione, e forse la carriera, di Martinez si eleva a un livello superiore: per armare la risalita Inzaghi si appoggia a lui, attaccante totale da mostrare alle grandi del Continente. Lukaku da Milano muore dalla voglia di correre di nuovo al fianco di un Toro così".

Sezione: Focus / Data: Gio 13 ottobre 2022 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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