Christian Eriksen ha capito cosa vuole Antonio Conte e i due, dopo un lungo periodo di distanza, si sono trovati ed è sbocciato l'amore calcistico, tanto da vedere il danese in campo da titolare contro Lazio e Milan, due gare che potrebbero aver innescato la svolta nel campionato nerazzurro.

"La gemma su punizione al Milan in Coppa Italia è stata solo l’ultima scintilla emotiva, ma il nuovo Christian lievitava già sotto coperta - sottolinea la Gazzetta dello Sport -. E anche Conte ha scelto di guardarlo con occhi diversi: la metamorfosi passa anche dal cambio di posizione di Christian. Nel suo anno migliore, quando sfiorò la Champions nel nord di Londra, il danese raramente stava nella cerniera di mezzo del 4-2-3-1. Spesso galleggiava da esterno (più a sinistra che a destra) nel trio che apparecchiava la tavola a Kane: annusava la porta, assaltava l’area e in quel 2018-19 chiuse la Premier con la media-gol di 0,26 a gara (8 reti in 30 presenze da titolare). Non è un caso che negli ultimi sei mesi nerazzurri della scorsa stagione si sia fermato alla metà, 0,13 (un centro in 8 giocate dal primo minuto)". Quindi, né mediano né trequartista puro, ma mezzala di governo e pure di lotta. Sa espletare compiti di playmaker quando Brozovic viene schermato dagli avversari e fonte di gioco illuminante tanto dal basso quanto a ridosso dell'area rivale, come dimostra l'azione del 2-0 al Milan. "Domenica Christian ha sì avuto il 90% di precisione nei passaggi, ma è stato il giocatore di entrambe le squadre che ha corso più veloce in media, 8,2 all’ora. Il principe di Danimarca ha scelto ormai cosa essere: un titolarissimo, l’arma scudetto", evidenzia la rosea.

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Sezione: Focus / Data: Mar 23 febbraio 2021 alle 08:27 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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