A margine dell'assegnazione del Premio Giacinto Facchetti è intervenuto ai microfoni di Sky Sport Gianfelice Facchetti, che ha spiegato il perché della scelta di Eric Abidal come vincitore dell'edizione di quest'anno: "Il premio lo vince Abidal per la storia molto bella che ha vissuto e continua a vivere da atleta, ha sconfitto un tumore e sappiamo che non è semplice. La sua storia è di quel tipo che pensavamo quando abbiamo fondato il premio, che va a riconoscere le doti umane che il giocatore ha sicuramente".

Inevitabile parlare di Massimo Moratti e della cessione del pacchetto di maggioranza a Erick Thohir: "La tentazione di abbandonarsi alla nostalgia è forte - ha ammesso -. Sicuramente è finito qualcosa di molto bello ed è un passaggio che nessuno poteva immaginare. Spero che sia un'opportunità di crescita per la società come ha pensato Moratti stesso, deve essere un qualcosa di positivo. Era impossibile trovare qualcosa che non coincidesse tra l'Inter e Moratti, per cui si spera di trovare questo feeling anche con Thohir. Tutti sperano che si riesca a costruirlo anche se ovviamente in partenza non c'è. Tutti quelli che mettono piede nell'Inter devono capire in cosa si stanno cacciando, cosa significa l'Inter".

Sulla polemica legata alla maglietta nerazzurra numero ad Allen Iverson: "Il tre era il numero storico del giocatore, non è un gesto che va sottolineato. Sicuramente gli daremo un bignami della storia dell'Inter. Quali sono i tre punti cardine: direi 'Mai stati in B', l'avvocato Prisco e Zanetti che rappresenta gli ultimi 20 anni della storia dell'Inter. Facchetti? Sicuramente anche lui. Sono cose sacre, gliele avranno spiegate sicuramente".

Sezione: Focus / Data: Lun 04 novembre 2013 alle 11:54
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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