"Serve armonia nel gruppo per centrare i risultati. Non si vince e non si va lontano se ci sono problemi nello spogliatoio. Lo scontro Icardi-Perisic? I giocatori di oggi sono più individualisti, pensano prima a loro stessi e poi al bene della squadra". Firmato Gigi Simoni, uno dei tecnici più amati dal popolo nerazzurro. Un allenatore capace di pilotare l'Inter al trionfo in Coppa Uefa nella magica notte di Parigi. Era il 6 maggio 1998, ma sembra ieri. Almeno nei ricordi dell'allenatore di Crevalcore: "Quell'Inter aveva tante personalità forti e di spicco, eppure non ci furono mai problemi. Si creò un'armonia fantastica tra i ragazzi. Me lo dice sempre anche Moratti: non c'è mai stata un Inter in cui tutti i giocatori andavano così d'accordo tra loro come quella 97-98. Merito mio? No, solo loro". Professa umiltà, da galantuomo: "Non lo faccio per finta modestia, ma perché tutti, da Ronaldo a Zanetti passando per Simeone, Zamorano e Bergomi mettevano al primo posto sempre e solo la squadra. Mai una invidia o una gelosia". 

E dire che c'era da gestire il giocatore più importante al mondo. Un certo Ronaldo...
"(sorride, ndr)".

Il suo sorriso la dice lunga.
"All'inizio ero curioso di capire come fosse. Avevamo comprato il giocatore più famoso e forte al mondo, mi aspettavo atteggiamenti da prima donna e invece zero. Ronie era di una disponibilità e dolcezza uniche. Sempre pronto a dare una mano e a non far pesare di essere il più bravo. Mai un gesto o una parola fuori posto. In un anno e mezzo non ha mai creato problemi".

Siete rimasti in contatto?
"Certamente. È venuto a trovarmi spesso. Ci siamo visti sia a Milano che a Coverciano. L'ultima volta? Due mesi fa, mi ha fatto una sorpresa ed è venuto a salutarmi. Un fuoriclasse in campo e fuori".

Se giocasse oggi, farebbe 50 gol?
"Credo proprio di sì. Ne faceva più di 30 all'anno vent'anni fa, quando le difese marcavano a uomo. Si figuri oggi, sarebbe devastante...".

Lei all'Inter insieme a Mourinho è stato il tecnico che più ha saputo trasmettere il senso del gruppo ai calciatori. Come avrebbe gestito il caso Icardi?
"Premetto che ci ho capito poco in tutta questa vicenda. Ogni giorno una puntata diversa e i protagonisti hanno dichiarato tutto e il contrario di tutto, perciò non so più a chi credere e a chi dare ragione. Queste situazioni spaccano gli spogliatoi e lasciano scorie pesanti. La società è stata un po' assente, serviva un intervento immediato per sedare la questione. Però da questo punto vista mi sembra ci un po' di confusione: troppi dirigenti...".

Spalletti si è mosso bene?
"Come tecnico lo apprezzo e lo ritengo tra i migliori. Anche se va un po' in difficoltà con le personalità ingombranti. A Roma Totti, a Milano Icardi: non è stato fortunato, diciamo così. È vero anche che in 60 anni di calcio non ho mai visto una situazione del genere come quella vissuta dall'Inter nelle ultime settimane. Non ho mai avuto giocatori che anteponevano i propri interessi a quelli di tutto il gruppo. Ho allenato tanti campioni ed erano tutti grandi uomini per prima cosa. Sono cambiati i tempi...".

Pace possibile o a fine stagione le strade si divideranno?
"Credo che sia complicato ricucire realmente lo strappo. Serviva uno sforzo della società a proteggere il tecnico che è rimasto solo. Non è possibile che ci siano contrasti nello spogliatoio senza che la società metta subito un freno. Immagino che a fine stagione andranno via sia Icardi sia Perisic".

E con i tifosi?
"Lo strappo è netto e difficilmente cancellabile. Si è creata una situazione spiacevole come abbiamo visto con le ripetute prese di posizione della curva. Adesso però serve unità di intenti per difendere il terzo posto".

Si parla di un cambio di allenatore a fine anno: su chi punterebbe?
"Serve ricompattare l'ambiente. Mourinho sarebbe l'ideale per come era stato bravo a creare un gruppo granitico durante la sua esperienza in nerazzurro. Certo i ritorni sono sempre complessi, ma in caso di separazione con Spalletti, che comunque stimo, punterei sul portoghese. Sono favorevole al suo ritorno".

Infine un ricordo della sua esperienza alla guida dell'Inter. Rimpianti?
"Oggi no. Sono orgoglioso di quanto fatto in un anno e mezzo. Abbiamo vinto la Coppa Uefa e siamo arrivati secondi in campionato dietro la Juve. Ecco quel torneo sappiamo tutti come si sia concluso e con diversi episodi particolari che hanno orientato la classifica finale. Inoltre credo di avere un record...".

Quale?
"Nessun allenatore è stato mai esonerato dall'Inter dopo due vittorie (contro Salernitana e Real Madrid, ndr) e il giorno in cui veniva premiato come miglior allenatore italiano con la Panchina d'Oro. Se non è un record questo...(ride, ndr)".

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Sezione: Esclusive / Data: Gio 04 aprile 2019 alle 22:05
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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