Non fosse tornato Roberto Mancini, il suo nome rientrerebbe nelle conversazioni dei tifosi interisti solo per commentarne gli scivoloni fuori dal campo o per scherno. Invece succede che Mario Balotelli venga ancora oggi, e con una certa veemenza, accostato ai colori nerazzurri in vista di un altro sorprendente coming back. Motivo? Il legame quasi paterno, con tanto di screzi, tra lui e il Mancio e l'ennesima esperienza fallimentare con una maglia diversa da quella indossata per la prima volta da professionista. 

Le vie del mercato sono infinite, ho imparato a non sorprendermi più di nulla oggi. Così come non mi lascia esterrefatto una sconfitta interna contro l'Udinese di Stramaccioni, ieri malmenata a domicilio da un Verona in crisi. E questo la dice lunga sul peso specifico di quanto accaduto otto giorni fa al Meazza. Se qualcuno oggi mi chiedesse se ritengo possibile un Balotelli-bis, così come successo con Mancini (che anche ieri ha speso belle parole per l'attaccante), io risponderei che è difficile, ma non assurdo. Se invece mi si chiedesse se ritengo opportuna questa operazione di mercato, replicherei con un 'dipende'. 

So che in molti non avrebbero dubbi, esprimendo un secco no alla sola idea. Li capisco, certe situazioni spiacevoli non si dimenticano e il curriculum di Balotelli non è così apprezzabile in questo momento. Ma personalmente non serbo rancore nei confronti dell'ex canterano, preferisco orientarmi su altre questioni. Innanzitutto, finanziaria, perché in casa Inter tutto prescinde da questo. Il discorso andrebbe affrontato solo a condizioni economiche estremamente favorevoli, magari partendo da un prestito gratuito. In secondo luogo, servirebbe da parte di Supermario la totale disponibilità a mettersi a disposizione di un gruppo che, pur avendo assoluto bisogno di iniezioni di personalità, non si è mai distinto per situazioni spiacevoli fuori dal rettangolo di gioco. E questa deve essere una norma (non scritta) vincolante. Il mio 'dipende' si riassume così, in estrema sintesi. 

Dal punto di vista tecnico, e c'è poco da disquisire a riguardo, uno col suo talento farebbe tanto comodo a un'Inter che, soprattutto in attacco, non brilla certo per creatività e cinismo. Basso costo, buona volontà del giocatore e con Mancini in panchina sarebbe una scommessa che io accetterei. Anche se, giusto ribadirlo, a questa squadra servirebbe un altro profilo di attaccante. Ma l'occasione, si sa, fa l'uomo ladro. E con questo non intendo dire che Balotelli sia destinato a tornare, ce ne passa (lui direbbe sì a domanda diretta, ve ne abbiamo parlato qualche tempo fa). Però non mi sento di denigrare a prescindere questa ipotesi, per quanto ad oggi remota. Se serve a migliorare una squadra in grande difficoltà, me ne frego della sua fede calcistica o delle sue bambinate. 

Conta la ragion di stato, così come stasera conteranno i 3 punti. Che arrivino al 94' con un autogol di stinco o con una rovesciata di Osvaldo, non importa. Basta vincere. E se si fallisce anche al Bentegodi, altro che Balotelli...
 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 dicembre 2014 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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