Una stagione ribaltata in un mese. Un destino ribaltato in un mese. Non solo quello dell'Inter, ma anche quello di Inzaghi. Siamo passati da un inizio primavera, tra marzo e aprile, in cui l'Inter ha rischiato seriamente di veder svanire tutti gli obiettivi stagionali, di non arrivare tra le prime quattro (ricordate il "Tanto arrivate sesti" di Allegri?), a un maggio da Campioni. Dopo aver toccato il fondo con le sconfitte ad opera di Bologna, Spezia, Monza (prima storica vittoria dei brianzoli a San Siro), l'Inter è rinata, con un Inzaghi sull'orlo del baratro che sembrava ormai sul punto di lasciare l'Inter, anche a stagione in corso se non avesse raggiunto almeno la semifinale di Champions, alla conferma praticamente certa di un tecnico che in un solo mese, quello che si è chiuso oggi con la vittoria contro l'Atalanta, ha vinto la sua seconda coppa Italia consecutiva e raggiunto la finale di Champions League.

Vista da un'altra prospettiva, e superato il momento buio (e le 12 sconfitte in campionato restano lì scalfite nel marmo a ricordarlo), la stagione dell'Inter assume tutto un altro significato al termine della corsa. Una Supercoppa Italiana vinta, una Coppa Italia vinta, finale di Champions raggiunta, qualificazione alla prossima Champions conquistata ieri sera. E si potrebbe anche chiudere al secondo posto se una serie di combinazioni si realizzasse. Ma quello che ora conta è l'aver centrato tutto gli obiettivi, Inzaghi ha salvato la sua panchina, e un mese da Campioni (nel vero senso della parola) potrebbe diventare l'anticamera di un mese da sogno, di un trionfo neanche immaginato un paio di mesi fa. Ma evitiamo voli pindarici in questo momento e concentriamoci sulla stretta attualità.

Contro l'Atalanta l'Inter ha dimostrato di essere finalmente squadra ritrovata e compatta, convinta dei propri mezzi, ricostruita soprattutto nel morale e nell'autostima, distante da quella troppo brutta, lenta e prevedibile viste troppe volte nei mesi passati. Grintosa, letale, pericolosa, fisica. Altro che la squadra al piccolo trotto che tremava anche al cospetto delle piccole. Un risultato, conquistato già nei primi momenti di gara quando in tre minuti l'Inter sembrava aver annichilito l'avversario e chiuso la pratica (salvo poi riaprirsi a fine primo tempo con il gol di Pasalic), che permette ai nerazzurri di Inzaghi di andare all'ultima giornata a Torino a mente sgombra, senza aver nulla da perdere, se non chiudere la stagione nella miglior posizione possibile di classifica, magari dando spazio a chi ne ha avuto meno finora e concentrandosi solo sulla finale del 10 giugno. 

Si saluta quindi nel migliore dei modi un San Siro ancora una volta esaurito, una media spettatori che quest'anno ha fatto toccare un nuovo record, con oltre 70 mila presenze e un totale annuo, comprese le coppe, di quasi 2 milioni di spettatori. Un dato clamoroso che testimonia ancora una volta come, nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte, il popolo nerazzurro è sempre al fianco della squadra. Comunque vada.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 28 maggio 2023 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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