Tra un post di autodifesa e virgolettati provenienti dalla Turchia mai smentiti, appare evidente come per Hakan Calhanoglu tornare a vestire la maglia dell'Inter oggi risulti molto complicato. A meno di inattese riconciliazioni o mancanza di offerte concrete. Perché alla fin fine, come ha sempre detto Beppe Marotta, la società è pronta ad assecondare le richieste dei giocatori che chiedono la cessione, purché l'acquirente paghi la cifra ritenuta congrua e in linea con il valore del calciatore. Come direbbe Claudio Lotito: pagare moneta, vedere cammello. In questo periodo sono sempre più rumorose le voci che vorrebbero il classe '94 desideroso di tornare nel proprio Paese e vestire la maglia della squadra per cui faceva il tifo da bambino, con tanto di documentazione fotografica a corredo.

Niente di male, se Calha davvero crede che il suo ciclo in nerazzurro sia concluso, è giusto che pensi ad altro. Ma siccome il suo ruolo nella squadra è significativo, nonostante l'ultima stagione con parecchie ombre, e il contratto scadrà nel 2027, è più che lecito che il club di Viale della Liberazione riceva un'offerta convincente dal Galatasaray, disposto a ricoprire d'oro il giocatore ma non a fare follie per il suo cartellino. E qui ci si trova in un classico stallo alla messicana, perché se una delle parti in causa non facesse un passo indietro difficilmente la situazione cambierebbe. E le voci sull'interesse dell'Al Hilal di Simone Inzaghi potrebbero stimolare i turchi ad alzare l'asticella e arrivare ai 30 milioni pretesi dall'Inter. C'è ancora tempo, intanto però è ovvio che la dirigenza nerazzurra debba farsi trovare pronta alla partenza di Calhanoglu, che in un modo o nell'altro è destinato a salutare.

Sostituirlo, considerando che il suo peso a bilancio è 'solo' 12 milioni circa, non sarà semplice. Perché, facendo due conti, si potrebbero spendere anche 40 milioni per il cartellino del sostituto, ma non potrebbe guadagnare oltre i 2-2,5 milioni netti a stagione. Tradotto: non sarebbe un top, ma una scommessa. L'ennesima, ma stavolta per l'undici titolare. L'alternativa è un'altra cessione che liberi spazio a bilancio, l'unica che avrebbe impatto tra i giocatori considerabili non fondamentali sarebbe quella di Davide Frattesi. Giochi finanziari che si ripercuotono sul contesto sportivo e che devono considerare anche la necessità di rinfrescare la difesa e di aggiungere un altro tassello in attacco, dove va bene la conferma di Francesco Pio Esposito, una benedizione anche per il bilancio, ma si sente il bisogno anche di un altro profilo, più creativo e dal dribbling facile.

Tornando al centrocampo, è molto complicato individuare il potenziale sostituto di Calhanoglu. Anche perché Cristian Chivu potrebbe volere un profilo diverso rispetto al classico regista, più fisico e di gamba. Non a caso al Parma si affidava con continuità a Mandela Keita, diventato titolare inamovibile dal suo approdo in panchina. Se il tecnico romeno decidesse di provare qualcosa di diverso rispetto all'eredità lasciatagli da Simone Inzaghi, è plausibile che per rimpiazzare il turco si possa investire su un giocatore con diverse caratteristiche, allargando inevitabilmente il raggio di ricerca. L'unica certezza è che non sarà un calciatore esperto, perché la policy aziendale continuerà a puntare su giovani ma pronti subito per certi palcoscenici, o almeno giudicati tali.

Prima di tutto, dunque, bisognerà risolvere e in tempi brevi la questione Calhanoglu, ottimizzando al massimo i ricavi per aumentare il budget a disposizione. Poi, assalto immediato al suo erede, a prescindere dalle caratteristiche, nella speranza che la dirigenza non corra rischi mantenendo un basso profilo ma porti a Milano un elemento che possa riportare anche entusiasmo tra i tifosi. Perché al netto di una popolarità in crollo verticale, nessuno dimentica quanto decisivo sia stato il turco nel quadriennio con Inzaghi.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 03 luglio 2025 alle 22:05
Autore: Fabio Costantino
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