Quando l'eterno Thomas Müller ha segnato il gol del pareggio nella bolgia dell'Allianz Arena, scoccava il minuto ottantacinque della grande sfida fra Bayern Monaco e Inter. Credo che la maggioranza di chi era presente e di chi l'ha vista in tv, in quel momento ha pensato che la corazzata bavarese passasse poi in vantaggio in uno dei tenti assalti finali verso la porta difesa da Yann Sommer. Lo avranno pensato, fregandosi le mani, i tanti e legittimi gufi di turno e anche chi, con il cuore dipinto di nerazzurro, si era rassegnato all'epilogo più amaro, pronti però a salutare l'eventuale pari con la speranza di una vittoria nel ritorno di San Siro.
E invece la pensava diversamente il portierone svizzero dell'Inter, che, invece di lanciare il pallone il più lontano possibile dalla propria area, ha innescato con un preciso passaggio l'ubriacante azione nerazzurra che ha partorito al minuto ottantotto la deviazione vincente di Davide Frattesi. Un gol che ha fatto letteralmente esplodere i circa quattromila supporter della Beneamata appollaiati nell'anello superiore del fantastico stadio tedesco.
“L'Inter è partita come una fionda sulla corsia di sinistra”, ha raccontato nella sua radiocronaca per Radio Rai quel fuoriclasse del microfono che si chiama Francesco Repice, dichiarato tifoso della Roma, ma enorme professionista che ama immedesimarsi nelle emozioni di tutti i tifosi, chiamati, come da gergo, gentili ascoltatori. La rete di Frattesi è stata la sintesi tra l'Inter di Helenio Herrera, quella di José Mourinho e quella di Simone Inzaghi. Tradizione e modernità in quella azione pensata, voluta e portata a termine con una tecnica, sommata alla velocità. da manuale del calcio.
È finito solo il primo tempo del confronto con il Bayern che mercoledì prossimo sbarcherà a Milano convinto di ribaltarla. Ma intanto i tedeschi dovranno vincere con due gol di scarto per passare, un successo di misura vorrebbe dire supplementari, il pari e naturalmente la vittoria dell'Inter, proietterebbe in semifinale di Champions League i nerazzurri. Non male, no?
Il Bayern è sceso in campo con alcune assenze eccellenti, Musiala su tutti, ma anche l'Inter, come ha sottolineato alla vigilia un Inzaghi grintoso come non mai, ha dovuto rinunciare ai due esterni titolari come Dumfries e Dimarco. Il solito affidabile Darmian e uno straripante Carlos Augusto, autore del cross vittoria, hanno però da subito fatto capire che questa Inter può contare su tutta la sua rosa, se la concentrazione e la voglia di fare rimarranno feroci come in Germania.
Non abbiamo ancora parlato del vantaggio interista firmato dal gol cineteca di Lautaro Martinez, quello che, secondo gli stolti, non segna mai nelle partite importanti. Quell'esterno destro del Capitano nerazzurro con palla scaraventata all'incrocio, andrebbe fatto vedere e rivedere nelle scuole calcio, per quanto sia stato bello.
Ma la splendida notte bavarese va dimenticata in fretta, perché questa squadra e questo allenatore, supportati dalla società, hanno deciso di tentare, di provare, a vincere tutto. Tentare, provare per l'appunto. Con il reale rischio che alla fine si resti con il classico cerino in mano. Ma l'adrenalina che questi ragazzi, alle prese con infortuni e stanchezza stanno regalando ogni tre giorni ai milioni di tifosi che trepidano per loro, profuna già di vittoria.
Questa sera è di nuovo campionato, a San Siro arriva il Cagliari in cerca di punti salvezza. Il mister dovrà ricorrere ad un turn over obbligato, ma chi sarà chiamato in causa dovrà giocare con lo stesso spirito europeo. Il mezzo passo falso di Parma è stato in parte addolcito dalla mancata vittoria del Napoli a Bologna.
A sette giornate dalla fine, rimangono tre i punti di vantaggio sulla squadra dell'ex Antonio Conte, che lunedì ospiterà l'Empoli. Non c'è tempo per fare calcoli, tabelle o aver paura di un calendario favorevole ai partenopei. In campionato l'Inter è padrona del suo destino. Sembra che in giro ci sia di peggio.
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