Dopo l'anteprima dello scorso 12 settembre a Milano, presenti squadra e stampa, giovedì, nelle sale cinematografiche di tutta Italia, è iniziata la proiezione del film “Inter. Due Stelle sul cuore”. Il racconto della cavalcata che ha portato la Beneamata a conquistare il ventesimo scudetto della sua gloriosa storia sarà visibile nei cinema della Penisola sino al 25 settembre. Consiglio spassionato per i tifosi dell'Inter: andate a vederlo, anche se pare che l'invito non serva, visto che già nella prima serata il film ha fatto registrare il primo posto al botteghino. Si tratta di un affresco carico di emozioni a tinte nerazzurre, con immagini e dialoghi inediti che mettono in evidenza uno degli ingredienti principali del trionfo, ossia il senso di appartenenza emerso nella squadra e anche da parte della dirigenza, come si evince dalle dichiarazioni dell'attuale Presidente Giuseppe Marotta che parla come un interista di vecchia data.
Questo senso di appartenenza agli ideali dell'interismo ha portato la banda di Simone Inzaghi a volere fortemente la conquista dello scudetto, con conseguente seconda stella, “in faccia” ai rivali cittadini. L'esultanza sfrenata dopo il gol nel recupero di Frattesi a Udine, certifica come il diabolico piano ideato dall'ultrà Dimarco e compagni, fosse stato benzina pura per scrivere un finale da campionato perfetto per essere trasformato in un film di un'ora e mezza da gustare senza pause. Ma siccome l'Inter non è una rappresentazione cinematografica, ma una delle più blasonate squadre di calcio d'Italia, d'Europa e del Mondo, ecco che si torna alla realtà, ad una nuova stagione, iniziata con alti e qualche basso.
Dopo il faticoso pareggio in rimonta a Monza ci si interrogava sul perché questa squadra, dominatrice contro l'Atalanta, non fosse riuscita ad azzannare una partita che metteva in palio tre punti molto importanti, come importanti sono tutti i punti che può dare o togliere un campionato dove l'Inter è vista da tutti come l'avversario da battere. Sotto accusa il turn-over massiccio deciso da Simone Inzaghi, la rinuncia contemporanea a Barella e Calhanoglu, la poca fame dimostrata soprattutto nel primo tempo condotto a ritmi da amichevole. Poi all'Ethiad, nella prima della nuova Champions League, contro il grande Manchester City del santone Guardiola e del vichingo Haaland, ecco l'Inter che fa sognare, che rende orgogliosi, che sembra sul punto di poter battere veramente tutti. Il pari in Champions sa di vittoria, ed è la conferma della forza della rosa nerazzurra e del suo tecnico.
Ma ora, inebriati ancora da quanto successo nella scorsa stagione, nessuno dalle parti della Pinetina deve pensare che si debba giocare al massimo dei giri solo nelle grandi partite contro il grande avversario. Lo snobismo non paga nel calcio, una grande squadra come l'Inter ha il dovere di far brillare quello scudetto sul petto contro chiunque. Questo non vuol dire che ci sia l'obbligo di vincere sempre, ma di provare a farlo, sì.
Intanto è cominciato il conto alla rovescia per l'appuntamento che tutti i tifosi dell'Inter attendono con la pressione che tende ad alzarsi e il cuore in fermento: il derby. Nei hai vinti sei di seguito tra campionato e Champions? Come ricordato prima, l'ultimo ha scritto una pagina di storia straordinaria da riproporre in un film? L'Inter è oggettivamente più forte dei rossoneri e quindi favorita sulla famigerata carta? Tutto vero, ma guai a pensare che sarà dunque tutto facile domani sera nel Meazza tinto di nerazzurro. No, il derby non può mai essere una pratica semplice da sbrigare come bere un bicchier d'acqua.
Non sarà affatto facile perché anche gli altri hanno dei valori e sanno come la sfida che sta per arrivare possa essere vero spartiacque per la stagione rossonera. Leao e compagni magari non giocheranno per salvare la panchina del loro allenatore, ma proveranno comunque a farlo perchè è il derby, evento unico dove squadra e tifosi vivono novanta e più minuti uniti da un unico sentimento, quello di battere il rivale di sempre.
In casa Inter tornerà sarà di nuovo in campo dal primo minuto Lautaro Martinez, alla ricerca degli antichi splendori e del primo gol in campionato. Quale occasione migliore per il Toro per tornare a incrociare le braccia esultando con la sua gente. Nel film dello scudetto, scena rivista più volte e che non annoia mai.
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