Ci risiamo. Non che sia una novità, anzi. Però il giochino alla lunga stufa. Partiamo da un presupposto: la platea social non è un campione troppo credibile per sondare gli umori del tifo in generale, anche perché spesso chi scrive è chi non è d'accordo, mentre il resto annuisce senza sottolineature pubbliche. In poche parole: la percezione che viene fuori dai commenti web su qualsiasi argomento è fuorviante. Ma le storture ataviche del tifo interista sono note e non riguardano solo i social network. La figura dell'intertriste esiste davvero. "Vivono tra noi", potremmo dire rievocando un datato albo di Dylan Dog.

Ma chi è l'intertriste? È colui che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto. Dal campo al mercato, non c'è argomento che lo faccia stare tranquillo. Se gioca Recoba avrebbe dovuto giocare Crespo; se gioca Crespo avrebbe dovuto giocare Cruz; quando si perde: "Ecco, lo sapevo. La solita storia"; quando si vince: "Sì, ok, ma questi erano scarsi, vedremo alla prossima..."; se si compra un prospetto giovane: "È troppo acerbo, si brucerà al primo passaggio sbagliato"; se si compra un top oltre i 30 anni: "Bollito"; se si compra un giocatore maturo: "Fosse stato davvero forte, non lo avrebbero lasciato andare". E si potrebbe continuare all'infinito: dalla comunicazione ("La società non si fa sentire abbastanza") alla moviola ("Netto l'errore dell'arbitro, ma comunque stavi giocando male").

L'intertriste è così, non gli sta mai bene nulla. Basti pensare alla sera del Triplete, il più alto godimento che un qualsiasi tifoso possa mai immaginare. Hai vinto tutto, sei sul tetto d'Europa, potresti anche morire in quell'istante ed essere felice. E invece no. Dopo pochi minuti, la sbornia diventa già negativa: "Ci lascia Milito? Maicon va via? Smembrano la squadra senza Mourinho?". Follia.

Retaggio che appare impossibile da estirpare, visto anche il recente passato. L'intertriste – giusto per non andare troppo lontano – si stava tagliando le vene per Kulusevski alla Juventus quando poi è stato preso Eriksen; si stava per impiccare dopo la firma di Meunier per il Dortmund quando poi si è scoperto di Hakimi. Ora la storia si ripete come e più di prima con Tonali. Nessuno qui mette in dubbio le qualità dell'ormai ex numero 4 del Brescia, ma evidentemente la società e Antonio Conte hanno fatto le proprie valutazioni, lasciando decadere la pista e rivolgendo lo sguardo verso altri obiettivi. Kanté? Ragazzi: Kanté. Chissà. Però... Kanté! State pur certi che non si molla Tonali per prendere Alessandro Cavasinni che gioca nel campionato Amatori.

Ve lo ricordate Acquafresca? In quanti gridarono allo scandalo per aver dato via "l'attaccante del futuro, fatto in casa" scambiandolo con "un 30enne che non ha esperienza internazionale"? Quel 30enne era Diego Alberto Milito, tanto per rendere l'idea. Una perversione morbosa. Che nell'epoca dei social è diventata isterismo. Anzi... intersterismo.

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Sezione: Editoriale / Data: Mar 01 settembre 2020 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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