Il campionato inizia oggi, ma ancora più di qualche dubbio va fugato in merito a quello che sarà il mercato dell’Inter che, nonostante sia stato meno intenso numericamente parlando di quello scorso, si sta protraendo fino agli ultimi dieci giorni della sessione estiva. Tre colpi prima dell’inizio del mese di luglio, uno solo, ma molto importante, successivamente. E ancora ne arriverà uno sicuro, forse due, e in base alle cessioni anche un terzo in canna. Questo il sunto principale, ma serve un po’ di ordine e quindi facciamolo noi.
L’Inter ha la necessità di rinforzare e rinfoltire la linea mediana per consentire a De Boer di poter alternare gli uomini in vista dell’Europa League che non può essere solo una distrazione, ma un obiettivo vero e proprio per non passare un altro anno a sperare solo e soltanto nel terzo posto per arrivare in Champions League. Dunque, ben venga Joao Mario che oltre ad essere un ottimo giocatore è un segnale fortissimo (altro di una lunga serie già sviscerata non più tardi di due settimane fa) di voglia di tornare prepotentemente ai vertici. Si può perdere tempo a discutere di come 45 milioni siano troppi o di come potessero essere investiti diversamente, per carità, sono tutti discorsi condivisibili, ma un centrocampista serviva come il pane e prendere un titolare del Portogallo neo campione d’Europa non può che essere una buona cosa.
Un centrocampista è necessario, il secondo non farebbe male.
Ricapitoliamo. L’Inter si presenta alla prima gara di campionato con a disposizione in mediana Felipe Melo, Medel, Banega, Kondogbia e Brozovic. Con la partenza di Brozovic, solo e soltanto per un’offerta di almeno 25 milioni cash, e l’ingresso del portoghese i centrocampisti sarebbero sempre 5: un po’ pochini per affrontare due competizioni con l’intento di ben figurare in entrambe e dunque non si deve assolutamente escludere un secondo colpo in mediana nell’ultima decade di agosto, sfruttando le varie occasioni che il mercato propone.
Il terzo colpo, che poi in realtà in ordine temporale potrebbe essere il secondo, riguarda la difesa. Se i centrocampisti sono pochini, i difensori sono oggettivamente pochissimi, basti pensare che a Verona, vista la squalifica di Murillo e l’indisponibilità di Andreolli, l’Inter si presenta con i soli Ranocchia e Miranda convocabili. Qui un colpo è necessario, più che consigliato, a prescindere dalle partenze: Ranocchia e Andreolli sono indispensabili ai fini delle liste regolamentari di quest’anno e con loro in rosa si avrebbero 4 difensori centrali di cui uno rientrante da un infortunio pesantissimo. Il quinto momentaneamente è Gary Medel, che però andrebbe a scoprire ulteriormente la coperta in mediana e dunque sotto a chi tocca: Garay è il primo nome in lista, lui vuole lasciare la Russia e Zanetti è un ottimo referente per convincerlo a raggiungere l’Italia; Lindelof, sfruttando il buon rapporto fra il suo agente e la dirigenza nerazzurra, rappresenterebbe un’ottima alternativa last minute; poi ci sono ovviamente altri profili vagliati, ma comunque qualcuno dovrà arrivare necessariamente, non per forza per fare il titolare, ma per allungare le rotazioni, perché sono quelle a rendere competitive una squadra.
Panchina lunga equivale a squadra competitiva.
Questo l’Inter lo sa benissimo e dunque in quest’ottica si inseriscono tutti i vari no rifilati a destra e a manca per i propri pezzi pregiati. Guardate quello che è successo alla Roma a Oporto: espulso Vermaelen il centrale lo ha fatto Juan Jesus, partito terzino, e sull’out è andato Emerson. Per questo motivo è stato preso Bruno Peres, per dare un po’ più di alternative a Spalletti e dunque anche l’Inter, se vuole competere con i giallorossi, deve fare lo stesso. L’esempio del Napoli, poi, è ancora più lampante: Sarri ha usato con regolarità 14/15 giocatori l’anno scorso: risultato uno Scudetto gettato via nella trasferta di Torino, quando la Juventus con i cambi ha vinto la partita, e dopo la squalifica di Higuain, visto che i partenopei non avevano alternative all’altezza. Avere dunque tre centrali di spessore più due ottime riserve in difesa e sei centrocampisti in grado di consentire senza patemi d’animo di poter fare il 4-3-3 oltre al 4-2-3-1, non può essere una cosa negativa.
Capitolo attaccanti.
Questo è l’unico reparto dove non servono rinforzi nell’immediato e per questo si è prima cercato Gabriel Jesus e ora si cerca Gabigol (la prossima settimana sarà quella chiave); in attacco si può anche aspettare e puntare su dei giovani fuoriclasse perché la coperta è lunghissima: Candreva, Biabiany Eder, Perisic, Jovetic, Icardi sarebbero titolari in quasi tutte le squadre di Serie A e la duttilità di quasi tutti essi consente di ruotare ottimamente gli uomini al fine di preservarne la condizione. Certo, i puristi potrebbero dire che manca un vice-Icardi, ma Eder quel ruolo lo può fare, specialmente in un 4-3-3 e idem dicasi per Jovetic, qui le controprove le si hanno avute nella passata stagione. Cercare un altro attaccante per l’immediato non serve e sarebbe il vero errore in un mercato sin qui condotto molto bene.
Dieci giorni, poco più, per puntellare la rosa. Senza fretta, senza psicosi. I titolari ci sono, serve soltanto allungare la rosa con elementi di qualità perché alle parole, questa volta, devono necessariamente seguire i fatti. Va benissimo punzecchiare la Juventus per farle sentire il fiato sul collo, ma queste dichiarazioni, se disattese, non sono altro che materiale utile a chi non aspetta, nuovamente, di tirarle fuori a campionato finito per prendersi beffe dell’Inter. E la nuova società non se lo può permettere.
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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