Anche questa è fatta. Dopo il 3-1 casalingo rifilato alla Lazio e il sonoro 6-0 calato al Bentegodi ai danni dell'Hellas, l'Inter vince anche in casa della Roma dell'exissimo José Mourinho, col mutismo selettivo mode on e fuga rapida dal microfono. Altra vittoria, altro gol di Federichino Dimarco ma soprattutto di Romelu Lukaku, tornato ad essere Big Rom, quello vero. Tre risultati più che positivi che fanno di questi ultimi sette giorni un quadro primaverile che sa tanto di rinascita, tanto bramata e agognata negli scorsi mesi al punto da esser quasi sembrata tanto lontana quanto impossibile. E invece avrà forse avuto ragione Simone Inzaghi nella perpetuata fiducia al suo gruppo "anche quando i risultati non arrivavano" come ha più volte detto ai microfoni nelle puntate precedenti e 63 punti siano, al pari della Juventus (impegnata nel lunch match di oggi con l'Atalanta) e a -1 dalla Lazio, seconda in classifica. Intanto quarto posto sia a +2 dal Milan e momentaneamente a +5 dall'Atalanta. Ma una rondine non fa primavera e se è vero che il preludio di questo rush finale di stagione è rincuorante e fa ben sperare, il calendario ancora davanti tiene tutti sull'attenti imponendo un'obbligata guardia mai doma. Sassuolo, Napoli, Atalanta e Torino da affrontare prima del gong finale e dalla risposta definitiva in merito alla qualificazione o meno alla prossima Champions League, ma prima... Proprio lui: il Milan. Due volte. In semifinale di Champions League. 

Un impegno che solo a scriverlo viene il mal di pancia, non c'è vittoria precedente né entusiasmo pregresso che tenga. Certo, la vittoria contro la Roma serve e come non solo per la classifica, ma soprattutto per il morale e la fiducia pre-derby, ma guai ad illudersi. Quello di mercoledì e del martedì successivo sarà per le due compagini in campo un impegno da 1000 all'ora, difficile da delineare al netto di previsioni, bookmakers e quote. Diciotto anni dopo le due milanesi tornano ad affrontarsi in un euroderby, venti dopo il più famoso delle stracittadine tra Inter e Milan. I nerazzurri tornano al penultimo step della massima competizione europea dopo tredici anni, l'ultima volta è datata per l'appunto 2010 il cui epilogo è più che noto a cronache e libri di storia. Tutto molto romantico e stupendo, direttamente proporzionale ad ansia, stress, terrore e chi ne ha più ne metta in crescendo ogni giorno che passa, da una parte e dall'altra del Naviglio. E allora sì che persino dopo una gran settimana conclusasi con una gran vittoria che iniziano a mancare parole e fiato e persino i più fiduciosi e ottimisti iniziano a soffrire di morse allo stomaco che solo i più 'grandi' possono capire, per ovvi anagrafici motivi. Per chi c'era, per chi l'ha vissuto, per chi l'ha sentito quel 2003, è tempo di Malox, Gaviscon e chi ne ha più ne metta. È tempo di silenzio, è tempo di farsi forza, è tempo di ritiro spirituale, è tempo di Inter-Milan.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 07 maggio 2023 alle 00:01
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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