A poco meno di un mese dal gong della sessione di mercato estiva, la necessità di calcio giocato inizia a crescere sempre più, con un aumento d’intensità direttamente proporzionale all’insofferenza da calciomercato che dopo due mesi di trattative, passi avanti, dettagli da limare, rumors, sostenibilità e “ci siamo quasi” inizia a farsi sempre più pesante, quasi fosse un macigno. Wake me up when september starts, traducibile con “svegliatemi quando finisce il mercato”. Quest’anno a venire in soccorso ai milioni di tifosi, ormai saturi di “affari in dirittura d’arrivo” che durano più di un tiro di Holly Hutton per poi finire persino schiantati sulla traversa, è il calendario: al via al campionato al 13 agosto, in netto anticipo rispetto agli altri anni che funge da toccasana nel periodo più rovente e agitato del calciomercato. Le ultime due settimane e mezzo di mercato infatti si svolgeranno a campionato iniziato, tasto dolente per gli allenatori, costretti a cominciare una stagione privi di una quadra definitiva delle proprie rose, toccasana per i tifosi, dolenti dopo quasi tre mesi di speranze, gioie ma anche ansie e angosce. Un ottovolante di emozioni che non lascia sereni fino alla chiusura della famosa porta dello Sheraton che sancisce la fine del tempo consentito ai vari miscugli e alle dirette conseguenze del caso. Ma il primo settembre è ancora lontano e al gong finale manca ancora un mese pieno, tutto può succedere e tutto rischia ancora di essere messo in discussione. Per dirla più semplicemente e senza nascondersi dietro un dito: un mese in cui Milan Skriniar potrebbe prendere la via di Parigi per citare il primo dei più grandi timori. Skriniar ma non solo. Come l’ultima stagione di mercato insegna infatti, nulla è scontato, nessuno intoccabile e nulla è escluso a priori. Mentre da Viale della Liberazione sperano di risolvere, nel senso letterale del termine, quanto prima la situazione legata ad Alexis Sanchez, per il quale è a breve previsto un incontro con l’agente per trovare la soluzione più congeniale ad entrambi le parti per procedere alla separazione, ricominciano le incoming call con +44 di prefisso.
London calling per Marotta and co, e dall’altra parte della cornetta è ancora una volta il Chelsea. Se qualche settimana fa il nome in questione sollevato era quello dello slovacco con qualche accenno a Dumfries, le ultime chiamate londinesi hanno come focus principale Cesare Casadei, senza dimenticare l’esterno ex Psv Eindhoven. I Blues, che pure hanno rinnovato l’interesse per l’olandese (per il quale l’Inter ha già espresso le sue valutazioni, intorno ai 40 mln di euro), sembrano fare sul serio per uno dei protagonisti dello scudetto di Cristian Chivu. Il centrocampista italiano classe 2003 ha già attirato l’interesse di vari club, su tutti il Torino di Cairo con il quale i nerazzurri volevano, sulle prime, imbastire una trattativa che fungesse da incentivo all’affare Bremer, ma non solo. Tramontata la trattativa con i granata, proseguita seppure con meno verve anche dopo il passaggio del brasiliano alla Juve, a presentare ai meneghini la prima vera tentazione di cessione del giovane centrocampista sono proprio i londinesi che avanzano però un offerta che non tiene conto della recompra, tanto cara in questo caso ai piani alti del “The Corner”. Otto milioni la cifra offerta per il diciannovenne, un gruzzoletto che non dispiacerebbe incassare dalle parti di Porta Nuova, dove però le valutazioni vengono fatte tutt’altro che a cuor leggero e non senza dietrologie del caso. Otto facili milioni di plusvalenza per amore di un bilancio che fa a botte con la paura di correre il rischio di un Zaniolo 2.0 e il conseguente rammarico di non aver creduto (o investito) abbastanza in un settore giovanile che sta regalando soddisfazioni non soltanto sul mercato. Ma questo è solo una delle tante ‘preoccupazioni’ di casa Inter, che primo su tutti ha da salutare il Niño, sempre più insofferente al contesto attuale e sempre più lontano dalla permanenza, quasi totalmente improbabile. A servire un assist in tal senso c’è l’Olympique Marsiglia, in crescendo d’interesse verso l’ex United, interesse ben monitorato dai nerazzurri che ancora una volta potrebbero trovare terra amica proprio nella stessa Francia che da settimane mina la stabilità del muro difensivo di Inzaghi. Destino incrociato quello del Biscione con i vicini transalpini, sempre più di frequente lungo il percorso dei milanesi. Proprio qualche ora fa difatti la squadra di Inzaghi ha incrociato altri ‘galli’, quelli dell’Olympique Lione, contro i quali Simone Inzaghi ha trovato qualche sorriso in vista del fischio d’inizio del 13 agosto. Iniziale svantaggio, sinonimo di qualche meccanismo ancora da oliare, riacciuffato da un’ottima reazione di squadra coadiuvata da un reattivo Onana che cancella i mugugni dovuti all'assenza nei precedenti due test con una prestazione superba che regala finalmente una dose di fiducia che risana gli 'strattonati' nerazzurri, turbati dalle vicissitudini. Per quest'estate, almeno sul campo, tra l'Inter e la Francia non c'è più nulla da spartire. Se poi sarà solo un au revoir o un adieu, lo dirà questo estenuante mercato.
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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