Il mercato si muove. Tanto e, oserei dire, bene anche se il momento economico complesso mette alla prova il direttore tecnico Piero Ausilio, obbligato a fare operazioni (quasi) a zero. Ma tutto ora fa ben sperare e con il suo operato gli iniziali mugugni sembrano un po' più lontani. Vidic lo reputo un grandissimo colpo, Dodò un'intelligentissima intuizione, M'Vila è già arrivato a Pinzolo e con lui anche la giusta dose di chili e muscoli per la mediana, in attesa dei nuovi colpi che solo con il tempo potranno diventare 'botti', ma in questo senso ho fiducia. Medel, Pereyra, Biabiany e Jovetic sono obiettivi più o meno realizzabili e a quel punto, omettendo volutamente altre possibili candidature perché in estate i rumors sono tanti, Walter Mazzarri avrà tante possibilità che potrebbero fare di questa Inter una creatura potenzialmente micidiale. Ed ecco tattica, soluzioni, idee, schemi ed esperimenti che mi portano a definire il 4-3-1-2 il modulo decisivo, quello della svolta.

Naturalmente l'assetto di partenza sarà il classico 3-5-2 (con le ovvie e, a seconda dei casi, opportune varianti del caso) come lo stesso Mazzarri ha fatto capire chiaramente, ma voglio fare una considerazione che con il tempo, e in questo senso non basterà sicuramente un solo anno di lavoro, potrebbe diventare vincente: la difesa a quattro. Il mister non ha mai fatto mistero di avere intenzione di provare anche questa nuova soluzione e qui Erick Thohir viene in soccorso, anche se fino a un certo punto: nessuno si aspetta trofei e vittorie immediate, il progetto è a lungo termine, ma è altrettanto corretto dire che questo è considerato come una sorta di 'anno zero' per il tecnico. C'è tempo per tanti, quindi, ma forse non per tutti. Mazzarri compreso.

Tornando al modulo, tante le soluzioni con il poker difensivo e non sarebbe facile scegliere gli interpreti migliori, ancor di più con un Andrea Ranocchia fresco di fascia da capitano e con un rinnovo ormai prossimo. In grandi squadre le decisioni possono essere anche 'dolorose', soprattutto in un'Inter che quest'anno non potrà sbagliare. Ecco, quindi, un abbozzo di formazione con un classico 4-3-1-2: Handanovic, Jonathan, Vidic (Ranocchia), Juan Jesus, Nagatomo, M'Vila, Medel (del quale si parla tanto in questi giorni o vada pure per la new entry del caso), Hernanes, Kovacic, Palacio, Icardi. Escludendo le varie sfumature tattiche, credo che questo tipo di schieramento sia completo, quasi perfetto, almeno a livello di caratteristiche. Un grande portiere che sarà certezza anche in questa stagione, una coppia centrale potenzialmente imperforabile con il giusto mix di esperienza e gioventù esplosiva e due esterni veri, forse troppo offensivi, ma con la soluzione D'Ambrosio che scalpita potrà esserci anche maggior copertura. Poi un centrocampo fantastico: cattiveria agonistica, muscoli e grinta, fantasia, intelligenza e tiro in porta uniti a velocità e cambio di passo fulmineo. Davanti solo certezze con una coppia tutta argentina ancor più affiatata dopo una stagione, quella passata, definita (forse anche abusando del termine) di 'transizione' in cui i due hanno potuto 'scaldare i motori'. Dalla mediana in su, quindi, toccherà a lui: Mazzarri potrà scatenarsi con idee nuove e giocatori polivalenti, magari aiutato da questo mercato in netta evoluzione.

L'arrivo di Dodò, apprezzabile, può essere un ulteriore strumento per cambiare, passando in tempo zero dal 4-3-1-2 alla base 3-5-2, anche a gara in corso. E qui i vari Jonathan, Nagatomo e D'Ambrosio sono navigati, conoscendo già i movimenti che WM pretende dai sempre fondamentali esterni. Il baby brasiliano ex Roma nuovo arrivo, quello che potrebbero diventare - tra i tanti - anche loro: Biabiany e Jovetic. Esterno offensivo il primo, seconda punta il secondo. E via con altre possibilità, valevoli con entrambi gli schieramenti difensivi: trequartista, esterno, seconda e prima punta... C'è tutto in questa squadra. Ma con il lavoro, sottolineando e ribadendo ancora una volta l'aspetto temporale di questa idea, il 4-3-1-2 può essere veramente la soluzione decisiva, quella del futuro. Futuro che per la maggior parte dei club europei rappresenta già un presente, anche vincente. Thohir dice che per tornare a 'livelli da Inter' ci vorranno almeno due anni, ma chissà che il punto di partenza non possa proprio essere una base con un 4-3-come garba a... Walter Mazzarri.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 13 luglio 2014 alle 00:01
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print