Columnist d'eccezione per La Nacion, Javier Zanetti ha provato a spiegare come si esce dall'incubo di una falsa partenza al Mondiale, come successo alla sua Argentina, ieri battuta a sorpresa dall'Arabia Saudita: "Mi conoscete, sono ottimista per natura: penso sempre che il meglio debba ancora venire. Anche per la Seleccion, ovviamente - l'incipit del pezzo scritto dal vice presidente dell'Inter -. Non sono uno sciocco né un illuso, la squadra ha subito un colpo inaspettato. Non era nei piani fare questa prima ai Mondiali, al di là del fatto che li avevo avvertiti che l'essere considerati favoriti è sempre pericoloso. Ora serve fuggire rapidamente da un'atmosfera tossica. Attraversare l'angoscia, sì, viverla a porte chiuse, trovare gli errori, discutere di tutto ciò che è necessario, e poi lasciarsi alle spalle velocemente la partita con l'Arabia Saudita. Vivere di rimpianti sarebbe un errore. Il Messico deve diventare l'ossessione della Nazionale. Bisogna sforzarsi di pensare al futuro, fissare un nuovo obiettivo. Saranno giornate utili per recuperare fisicamente, per rivedere concetti, sì, ma fino a un certo punto perché non conviene esagerare. Analizzare troppo quello che è successo è inutile perché prolunga la negatività. Adesso bisogna fare affidamento sull'affetto, schermare il gruppo e confidare nella forza mentale. D'ora in poi, lo spirito è fondamentale". 

Serve ripartire dagli uomini forti del gruppo, secondo Pupi, come Lionel Messi: "Un leader lavora per risolvere il problema dal momento in cui il problema si presenta. Ecco perché mi è piaciuto l'atteggiamento di Leo pochi minuti dopo la sconfitta. Sicuramente era ferito come o più di tutti, ma sapeva cosa doveva fare in quel momento come capitano. Se è andato davanti ai media di tutto il mondo per riconoscere i suoi errori e lanciare un messaggio di speranza all'esterno, ovviamente lo aveva già fatto dentro, negli spogliatoi. Ha capito che doveva agire subito, soprattutto per calmare i più giovani. Sa, come nessun altro, che i rimpianti devono finire presto. Il dolore non può durare a lungo perché ti paralizza. E l'Argentina ha bisogno di stringere di nuovo i denti e andare avanti. Il passato è già immutabile, serve solo per imparare cosa è stato fatto di sbagliato. Ciò che è nelle mani della selezione è ciò che verrà: il Messico. Se l'Argentina torna al suo potenziale, ristabilisce il suo status di squadra intensa e dinamica, Messico e Polonia non saranno avversari insormontabili. Li osservavo e, oltre a favorirci con il loro pareggio, non hanno offerto molti argomenti spaventosi. Dettaglio per la formazione argentina in vista di sabato: la condizione fisica è un aspetto fondamentale. Sarà una partita per chi offre garanzie in tal senso". 

Nulla è deciso, insomma, neanche davanti a una prestazione così negativa e con così poco tempo per reagire come succede in una Coppa del Mondo: "Non ci sono formule esatte nel calcio, lo sappiamo tutti. Ricordate il debutto in Corea e Giappone? Abbiamo battuto la Nigeria, siamo partiti alla perfezione. E come è finito tutto? Beh, lo sappiamo già. Quindi nulla è perduto adesso. Ogni partita diventerà decisiva, quasi come se dovessimo giocarci subito gli ottavi di finale. E questa sfida mi attira, perché questo gruppo ci ha già mostrato di che pasta è fatto. Hanno molta personalità. Il calciatore argentino cresce sempre nelle avversità". 

Sezione: Copertina / Data: Mer 23 novembre 2022 alle 18:46
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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