Juan Sebastian Veron era uno che si esaltava nei big match. Ad esempio, fu lui a decidere la Supercoppa italiana del 2005 con la maglia dell'Inter, abbattendo la Juve in casa propria con un destro al fulmicotone nei tempi supplementari. La Brujita ha parlato alla Gazzetta dello Sport proprio a pochi giorni dal match di Torino.

Veron, quel gol cosa le ha lasciato?
"La cosa che ricordo meglio è il momento del lancio di Pizarro. Non avevo idea come sarebbe finita l’azione ma ho pensato fosse giusto seguirla fino alla fine. E’ andata bene perché sulla sponda di Adriano sono arrivato con il tempo e la coordinazione giusti. Dopo è stato il delirio. Il boato dei tifosi, la gioia. Da brividi".

Come si può spiegare Juventus-Inter a chi non la conosce?
"Non è facile. E’ una partita diversa, che avverti durante la settimana. La prepari, la immagini, la sogni. Con un solo pensiero in testa: vincerla. Bisogna immaginare un romanzo, un insieme di racconti dentro al quale ciascuno può scrivere un pezzo di storia. A me è successo, perciò ne vado molto fiero".

Chi vince sabato?
"Fare previsioni è complicato ma io vedo favorita l’Inter, nonostante le perplessità che sento in giro".

A Torino, allo Stadium, l’Inter non vince da tre anni e mezzo.
"Ma la squadra ha un telaio collaudato, viene da un periodo di risultati importanti, mi sembra più avanti rispetto alla Juventus. Stiamo a vedere".

Lautaro torna solo giovedì dall’Ecuador e può allenarsi una volta appena, Calhanoglu è giù di corda, Chivu ha incassato già qualche critica.
"Non conosco Chivu, perciò non posso giudicare da lontano il suo lavoro. Di sicuro allenare l’Inter non è facile per nessuno, il discorso dell’esperienza in panchina conta fino a un certo punto. Semmai contano le qualità e la personalità. Cristian verrà valutato in base ai risultati, come succede a tutti i tecnici. Quanto a Lautaro, può sempre inventare qualcosa anche se non è al top. E Calhanoglu resta un grande centrocampista".

Da presidente dell’Estudiantes, glorioso club argentino, consiglierebbe un giovane connazionale a Marotta?
"Nel nostro campionato tanti ragazzi hanno un bel potenziale. Magari però prima di andare all’Inter dovrebbero provare una strada intermedia in Europa, per evitare che patiscano il grande salto. Nella mia squadra segnalo un ragazzo fortissimo che sta emergendo oggi, Mikel Amondarain: è un centrocampista box to box, ha ottime prospettive. Ma ha 20 anni, diamogli tempo".

Sezione: Copertina / Data: Mar 09 settembre 2025 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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