"Moratti mi ha aperto le porte della carriera, è stato fondamentale per i miei inizi nel calcio. Mi ha dato in regalo la possibilità di giocare nell'Inter, anche responsabilizzandomi. Non è uno scherzo giocare in nerazzurro". Lo ha detto Mario Balotelli, oggi ospite al 'Festival dello Sport' di Trento organizzato dalla Gazzetta dello Sport. 

Anche Mancini fu importante. 
"Quando mi voleva bene... No, ma scherzo (ride, ndr). Io gli voglio ancora bene, penso me ne voglia ancora anche lui". 

Quanto valeva il Balotelli dell'Inter sul mercato?
"Non lo so, non me lo sono mai chiesto sinceramente". 

Hai vinto tutto con l'Inter, cosa ti ricordi di Madrid?
"Sono quelle esperienza che vorresti ripetere ogni giorno, è stato un sogno". 

Cosa ti ha lasciato il periodo all'Inter?
"L'Inter è stata parte della mia crescita, ma l'Inghilterra mi ha formato di più".

Quella sera col Barcellona e la maglia gettata polemicamente a terra...
"L'ho ripetuta tante volte questa cosa, ma non ero abituato a essere fischiato. I tifosi dell'Inter mi hanno sempre voluto bene, e io ne ho voluto a loro. Non ero abituato a quei fischi, avevo 18 anni. L'ho gestita in quel modo lì, oggi non lo rifarei". 

In Inghilterra sei cresciuto.
"Sì, perché ero lontano da casa e da solo, senza la mia famiglia. Così impari e maturi".

Hai vinto subito al City.
"Il primo anno la FA Cup e il secondo la Premier League, mi sembra (ride, ndr)".

La maglietta 'Why always me?'
"L'ho fatta il giorno prima col magazziniere, era un periodo un po' particolare. E' stato uno sfogo simpatico. In Inghilterra hanno esagerato". 

Chi è il più forte al mondo?
"Yamal è fortissimo, mi piace molto. Haaland, Dembele e Mbappé sono i più forti". 

Scegliesti il Milan
"Dovevo andare alla Juve, con Mino ho fatto questa scappata a Milano. Ma io, in teoria, lasciai il Manchester per andare alla Juve". 

La Nazionale.
"Una parte fondamentale della mia carriera. Non attacco nessuno, ma tante volte vedo giocatori che giocano oggi in azzurro che hanno poca fame. Quando andavo in Nazionale, io ero fiero di rappresentarla. Oggi manca un po' questa cosa". 

Ieri ha segnato Pio Esposito.
"Lui è forte. A lui e ai giovani che hanno talento bisogna dare il tempo di emergere".

In Nazionale non ti hanno più voluto.
"Non so neanche io il vero motivo, forse c'entrava il mio scarso feeling con la Juve (ride, ndr). Non ho mai litigato con nessuno, non ci sono mai stati veri problemi. Sono state prese scelte diverse ascoltando determinate persone".

I campioni con cui hai giocato. 
"Cassano faceva la differenza, in pochi erano forti come lui. A me piaceva tanto Tevez, anche Zlatan (Ibrahimovic, ndr) non era male, dai. Poi dico Figo, Gerrard, Pirlo... Poi qualcuno lo dimentico sicuramente". 
 

Il rapporto con Ibrahimovic.
"Lo rispettavo, si sa che è un 'rompipalle' ma lo è con le persone a cui vuole bene. E lui mi voleva bene, pretendeva il meglio da me. Quando mi svegliavo con la luna così, mi riprendeva". 

Materazzi.
"Con Marco parlo ancora oggi, è come se fossi il suo fratellino. Ci vogliamo ancora bene, abbiamo un rapporto vero". 

La semifinale a Euro 2012. 
"Con la Germania fu speciale perché allo stadio c'era anche mia mamma, che non veniva spesso a vedermi dal vivo".

Altri gol da ricordare.
"Il gol segnato al Bologna con la maglia del Milan". 

Sezione: Copertina / Data: Dom 12 ottobre 2025 alle 19:02
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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