"E che gli ho detto, cotica?". Claudio Ranieri è uno che sa stemperare con il sorriso e l'eleganza ogni situazione, anche quelle più delicate, ma sa anche far passare le stoccate per chi sa cogliere. Insomma, come naturale che sia il nostro allenatore è arrabbiato. La diffida che gli è stata assegnata ha del ridicolo, dell'assurdo, visto che Ranieri dopo il quinto rigore contro la sua squadra in otto gare si è fatto sentire con la terna arbitrale utilizzando i suoi consueti toni da signore, quelli necessari per evidenziare una tendenza a fischiare contro l'Inter che non può andare avanti. Eppure, per la striscia di episodi a sfavore meriterebbe ben altre sfuriate: Ranieri si è limitato a bacchettare l'arbitro Valeri come fece già dopo lo scempio di Rocchi in Inter-Napoli, poi in televisione ha semplicemente fatto notare come sia ora di smetterla. In poche parole, perché diffidare Ranieri che si è sempre comportato con l'eleganza che lo contraddistingue? Il nostro allenatore ha sempre spostato le discussioni sui problemi della sua squadra più che sulle disastrose direzioni arbitrali che l'Inter sta subendo, eppure si ritrova con una diffida che ha dell'assurdo soprattutto per un motivo: perché non ha alcuna motivazione tangibile alla sua base.

Quando Ranieri dice che sarebbe ora di smetterla di fischiare rigori inesistenti contro l'Inter senza pensarci neanche, non equivale a quando Conte chiede dopo Chievo-Juventus di tutelare le squadre che 'fanno gioco' rispetto a chi si difende (ragionamento peraltro quest'ultimo senza alcun senso)? Siamo alle comiche, ma se dovesse andare avanti così presto potremmo toglierci il sorriso e impugnare l'ascia. Un po' come faceva un certo José Mourinho quando si discuteva proprio di Juventus e di argomenti vicini a Calciopoli. Snobbare gli errori arbitrali contro l'Inter dicendo di guardare solo ai nostri problemi è sbagliato, sbagliatissimo. Anche prima del grande scandalo che ha inquinato il nostro calcio si diceva di non pensare alla malafede, poi sappiamo tutti com'è andata a finire. E visto che non siamo a uno, due, tre o quattro episodi contrari ma numerosissimi, sottolineare questi disastri che ci stanno penalizzando è assolutamente necessario.

E' in questo senso che è proprio José Mourinho a difendere Claudio Ranieri. Perché? Molto semplice. Per chi non lo ricordasse, lo Special One nel febbraio 2010 - come si vede nel video in basso - diceva: "In Italia dicono tutti che bisogna 'abbassare i toni', ma proprio abbassando i toni voi italiani avete costruito uno scandalo (Calciopoli, ndr) che a me come persona ha fatto vergognare in maniera terribile". Non bisogna abbassare i toni, non bisogna nascondersi. E allora Mourinho difende Ranieri sì, perché il buon Claudio giustamente chiede: "Vorrei vedere cosa c'è scritto sul referto, le parole che hanno determinato la mia diffida". Perché non mostrare il referto, allora? Noi stiamo aspettando ancora quello del signor Rocchi di Inter-Napoli, un referto tra l'altro sbagliato perché Ranieri è stato prima squalificato e poi ridotto il tutto in una multa proprio perché non c'erano in realtà appuntati gli estremi per squalificare l'allenatore dell'Inter. E allora, perché continuare a insabbiare, a nascondere, a non essere limpidi, a non togliere le squalifiche ai giocatori che non meritavano oggettivamente i cartellini, perché continuare a "mettere la testa nella sabbia come gli struzzi", come diceva ancora l'indimenticato José?

E' ora di cambiare signori, il nostro calcio è malato. E' ora di fare giustizia, di parlare oggettivamente di questi errori, di smetterla di penalizzarci perché ormai è una moda, un pensiero perverso che risuona nella testa dei direttori di gara più o meno come un "ora fischio contro l'Inter per non passare come quello che si lascia prendere dalla sudditanza psicologica di non penalizzare più le grandi dopo le proteste". Insomma, siamo alla frutta. Qualcuno ci mostri i referti, Ranieri chiede giustizia ma lo fa con eleganza, noi la mettiamo da parte e chiediamo i dati oggettivi, perché questa diffida ci ricorda le squalifiche dei tempi di Calciopoli o come quando Cambiasso fu squalificato dopo il famoso Inter-Sampdoria delle manette di Mourinho per presunti scontri con Gastaldello, quando fu lo stesso difensore doriano (!!!) a smentire qualunque responsabilità da parte dell'argentino. Un'invenzione che vi fa capire quanto il nostro calcio sia ancora messo male, e che quando chiediamo di dare un occhio agli errori non è per sfizio. Altrimenti, che si continui a insabbiare. E magari, per chiudere con Mourinho e avvicinarci a Inter-Juventus, dimentichiamoci anche delle aree di rigore di 25 metri...

Quando Mou disse...
Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Ven 28 ottobre 2011 alle 19:00
Autore: Fabrizio Romano
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