Non si può dire sia stata un'annata fortunata per Gaby Mudingayi. Dopo l'ennesimo infortunio subito con l'Inter, la rottura del tendine d'achille rimediata contro il Torino, il belga è rassegnato a rimanere fuori per il resto della stagione ma convintissimo di poter tornare ad aiutare la squadra nerazzurra: "La società non vuole che parli in pubblico del mio infortunio", spiega Mudingayi da Bruxelles ai microfoni del sito belga dhnet.be. Ecco quanto raccoglie FcInterNews.it: "È una cosa normale, è una materia che spetta a loro. Qui non mi conosce nessuno - racconta Gaby -, mentre in Italia non posso nemmeno collegarmi con Facebook perché verrei subito assalito. A Bruxelles ho trovato i miei vecchi amici e la mia famiglia. E poi mi piace questa specie di anonimato". 

"Quest'infortunio - spiega il centrocampista nerazzurro - non ha niente a che fare con il fallo di Cannavaro che mi aveva messo fuori per parecchi mesi quando giocavo nella Lazio. Allora ero giovane e avevo tutto da dimostrare. Adesso invece sono nel club dei miei sogni. Niente mi può fermare. Dio ha scritto il mio destino. Senza di Lui, non sarei mai arrivato qui. Fino a quando avevo sedici anni non avevo mai toccato un pallone da calcio. Mi allenavo in strada il giorno e la notte, quindi mio padre ha voluto che mi iscrivessi ad una società sportiva. Fui tentato dalla boxe, ma la violenza dei combattimenti mi fece cambiare idea. Ho optato per il calcio, diciamo come una seconda soluzione".

Un excursus che l'ha portato ad indossare la maglia dell'Inter, club che non vuole più abbandonare: "Il presidente Moratti mi chiama regolarmente. E inoltre non soltanto conosce il calcio come il palmo della mano, ma è capace di attraversare tre sale per venirti a salutare. Sinceramente, per me questo è tutto. L'autista mi viene a prendere e mi lascia. La stessa cosa anche quando ero a Torino. C'era anche gente che faceva la spesa per me. Tornavo a casa e il frigo era pieno".

Si chiude con un possibile ritorno in Belgio al termine della carriera: "Niente affatto!", ribatte Mudingayi. "Resterò in Italia - assicura -, è il Paese che mi ha dato tutto. Mi ha dato anche la donna della mia vita prima ancora che io andassi lì. È italiana, ma ci siamo conosciuti a Bruxelles dove i suoi genitori gestiscono un ristorante da diversi anni. In futuro potrei rimanere nel mondo del calcio come agente di giocatori. Dopo aver avuto a che fare con Federico Pastorello, ho scoperto questo lavoro. Come allenatore, non capirei davvero nulla. Ma sono ancora lontano dal ritiro, lo sapete. Ora aspetto che il Bologna e l'Inter si accordino per esercitare l'opzione del riscatto. Io so che il presidente Moratti vuole tenermi!".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 20 febbraio 2013 alle 14:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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