"Il conto alla rovescia per il calcio d'inizio del campionato si sta finalmente esaurendo e secondo il mio modesto parere - prima che tutto si compia - sarebbe dunque doveroso un dettagliato excursus su alcuni tecnici di fede nerazzurra vicini e lontani... Vabbé, i patiti dell'inglese avrebbero magari argomentato di countdown, kick off, rewind o flashback e di altre corbellerie esterofile. Ma tanto costoro avranno vita breve (si fa per dire!), visto che da fine settembre, col "sondaggiato" ritorno - DIO NON VOGLIA! - ad un ventennio che fu, i treni arriveranno in orario, gallicismi ed anglicismi saranno "finalmente" messi al bando, l'Inter tornerà quindi a chiamarsi Ambrosiana (con buona pace financo di La Russa...) e - con licenza "dalliana" scrivendo - "sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce (tranne Ibra - almeno fino a tutto il 2022 - e forse Pogba, nda) ed anche gli uccelli faranno ritorno (astenersi solo quelli del malaugurio, nda)". Dopo la "noiosa" parentesi simil-toriografica - tornando del tutto seri - non ho timore di smentita rilevando come 2 allenatori di fede nerazzurra risultati vincenti, PER CASO, sulla sponda sbagliata del Naviglio possano anche bastare. Almeno per i prossimi 25 anni non saranno più tollerati "tricolori anomali" come lo scudetto conquistato da Zaccheroni nel 98-99 (il tecnico col papà proprietario del famoso hotel Ambrosiana a Cesenatico) o da Pioli lo scorso maggio (quell'altro collega che, appena ingaggiato, aveva fatto storcere il naso ai dirimpettai per via dell'intera cerchia parentale di simpatie nerazzurre). E per fortuna che nel medesimo quarto di secolo il buon Francesco Guidolin - noto estimatore della Grande Inter - aveva confermato di essere tecnico di mondo (nerazzurro), ma soprattutto allenatore umile e di buon senso, essendosi sempre astenuto da eventuali ed ignominiose tentazioni rossonere, nonché fermatosi per tempo con la conquista della sola Coppa Italia sulla panchina del L.R. Vicenza... Altri colleghi di comprovate simpatie interiste - chessó Fascetti e "Maciste" Bolchi - o solo paventate (Cagni?) non hanno invece mai raggiunto picchi tali in carriera da correre questo rischio malsano ed ora si stanno perciò godendo la meritata pensione nonostante qualche stralunata uscita dialettica... Mentre allenatori che sono ancora in attività - tipo Zenga, Giampaolo ed altri che magari hanno pudore a "fare outing" sul loro DNA nerazzurro - continuano, indefessi, a coltivare l'utopia di una chiamata dall'HQ di Viale della Liberazione. Fra quelli in carriera che, pur attempati, ancora si sbattono fra una panchina e l'altra, un capitolo a parte lo meritano di sicuro Carlo Ancelotti - che interista lo nacque e crebbe - e José Mourinho che, invece, nerazzurro lo diventò (per contratto). Nel caso del tecnico di Reggiolo, galeotti furono quella divisa nerazzurra ricevuta in regalo da chi aveva già in Sandro Mazzola il suo idolo più che adolescenziale, nonché quel provino a 19 anni con la Beneamata che, ironia della sorte, fu proprio Sandrino - allora dirigente nerazzurro - a far abortire. Salvo poi (Ancelotti) da allenatore - con spirito garibaldino - arrivare a surclassare il condottiero cosiddetto "eroe dei 2 mondi", assurgendo all'empireo di unico tecnico trionfatore nei 5 principali tornei europei per club (scudetto in Italia col M***n, in Inghilterra al Chelsea, in Francia col PSG, in Germania al Bayern ed in Spagna col Real Madrid). E, ad un tecnico con un palmares lungo un km, cosa diavolo ti puoi permettere di contestare, la mancata (doppia) militanza nerazzurra? Dài su, siamo seri: si proverà allora a somatizzarla alla stregua di (sommo) sfregio del fato o, per i più ottimisti, solo come una classica eccezione alla regola... Del vate di Setubal, invece, che dire? Forse ci sono tecnici col "peccato originale" che hanno fatto carriera altrove e chi invece, pur da vincente, si è accomiatato dal mondo nerazzurro con una macchia indelebile: l'aver parzialmente rovinato una favola perfetta con quella grottesca fuga sulla carrozza di tal Florentino Perez, previo lacrimoso abbraccio con Materazzi a favore di telecamere... Non so quanti cavalli (bianchi) avesse quella zucca a forma di Audi (nera) del suddetto presidente madridista: sono dettagli che poco importano. Piuttosto quelle 2 istantanee si sono rivelate - nell'immaginario collettivo nerazzurro - come l'ennesima occasione in cui storicamente siamo riusciti ad imbrattare il clou di un classico lieto fine: nella fattispecie, la conquista del Triplete (facendo finta di dimenticare la maglia gettata a terra da tal Balotelli alla conclusione di Inter-Barça - parte integrante di quella stessa trama - o le paturnie di Milito nella pancia, ancora in ebollizione, del Bernabeu...). Vabbé, come argomentano quelli bravi, la professione di allenatore - al pari, d'altronde, di altre - nulla c'entrerebbe con il tifo né con le simpatie dell'adolescenza, più o meno rinnegate... Solo che il calciofilo nerazzurro - soprattutto quello inguaribilmente romantico come il sottoscritto - ne ha fatto quasi una questione di lesa maestà e perciò fatica a farsene una ragione. A prescindere dunque da come si vogliano etichettare le vicende di tecnici di fede nerazzurra risultati vincenti sulla sponda sbagliata del Naviglio, "urge" - per chiudere - solo un ultimo focus: giusto a beneficio degli eventuali appassionati anche di numerologia o di cabala. Almeno fino al debutto del campionato 2031-32 (avete letto bene, salvo pandemie, eventi bellici e generiche catastrofi prossime venture...), gli almanacchi continueranno a certificare come l'Inter - dopo più di 114 anni dalla fondazione - non sia ancora riuscita ad abbattere uno storico tabù: la conquista dello scudetto in una stagione contrassegnata dalla cifra finale 2, l'unica che risulta ancora scoperta nella scala numerica da 0 a 9. Si controlli pure: il campionato 2021-22 si è concluso infatti con un esito che, pur con dinamiche diverse, ha fatto purtroppo il paio con quello funesto per antonomasia del 2001-02. Se poi magari, fra una decina d'anni, toccherà in sorte proprio ad un tecnico di fede interista sfatare quella maledizione, mi metterò finalmente il cuore in pace. Nel frattempo, stay tuned (almeno i sopravvissuti...)!".
Orlando
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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