Morten Olsen è il c.t. danese che lanciò Christian Eriksen in Nazionale a 18 anni e 17 giorni. "Era il 2009 – racconta Olsen alla Gazzetta dello Sport –, in un match Under 17 tra Danimarca e Francia. Mi sono bastati 5 minuti per capire che aveva qualcosa di speciale: Christian fisicamente era piccolino ma davanti ai difensori francesi, tutti grossi, aveva fatto vedere la tecnica, ma anche la mentalità giusta, da vero leader. Dopo qualche mese lo convocai al Mondiale: gli mancava ancora qualcosa, ovviamente non era tra i titolari, ma fu importante averlo perché la Danimarca aveva capito di aver trovato la stella del futuro".

Quali sono secondo lei i pregi di Eriksen?
"Innanzitutto è un team player. Quando giochi 70 partite all’anno non puoi far bene ogni volta, eppure lui corre sempre per la squadra. Per me è un moderno numero 10, fisicamente molto forte: d’altronde negli anni con il Tottenham è stato il giocatore con più presenze. Ma c’è di più: anche quando non è in buona giornata Christian è uno che sa dare una grande mano alla sua squadra".

Qualche anno fa aveva detto che Eriksen era pronto per il Real o il Barcellona. Ora, però, il suo presente e il suo futuro è da stella dell’Inter.
"Non mi stupisco. L’Inter dopo qualche anno di difficoltà sta tornando a livelli importanti. Hanno un fantastico coach come Conte, hanno piani ambiziosi e il fatto che abbiano deciso di puntare su Eriksen è la conferma. Christian può giocare nel 3-5-2 ma anche nel 4-3-3. Io credo che sia un giocatore fantastico e che un attaccante come Lukaku sia molto felice di avere Eriksen in squadra".

Lui e Romelu fanno una bella coppia...
"Lukaku è potente e veloce. Christian è veloce nei piedi ma anche nei pensieri. Segna con entrambi i piedi, è bravo nelle punizioni. È un giocatore votato all’attacco, l’uomo che sa dare l’assist al momento giusto. Kane si trovava bene con lui, ora toccherà a Lukaku".

Da leader dell’Inter avrà molte responsabilità in più.
"E deve prendersele, questo è certo, perché non ha più 22 anni. Dopo 6 anni e mezzo in Premier è nel cuore della carriera, nel suo momento migliore. Non so se in giro c’è qualcuno più forte: non amo i paragoni, però il fatto che lo volessero tanti top club conta eccome. Adesso potrà portare l’Inter di nuovo in cima in Italia e in Europa".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 29 gennaio 2020 alle 10:02 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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