Il virologo Fabrizio Pregliasco è stato intervistato dal Corriere dello Sport per discutere sul tema del Covid-19 legato al mondo del calcio, tra protocolli e tifosi di nuovo allo stadio.

Pregliasco, ma se lei fosse nel Cts, che cosa prevederebbe per il prossimo campionato di calcio, anche in risposta al grido d’allarme sul protocollo in vigore lanciato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina? 
"Premetto che i recenti dati sulla diffusione in Italia ci dicono che, nonostante le aperture e alcune intemperanze, il trend di Covid-19 nel nostro Paese fa ben sperare. Ma all’estero non è così, in alcuni Paesi vi sono anche nuovi focolai di ritorno. L’importanza a questo punto è rafforzare il sistema per l’individuazione dei focolai, che vanno spenti al più presto, e il monitoraggio nel tempo. Ma dobbiamo dire anche che possiamo fare la nostra parte come cittadini, non sottovalutando Covid-19. Non siamo menagrami, ma restiamo ottimisti e prudenti". 
 
E la riapertura degli stadi al pubblico? 
"Si può fare. Non è facile attuarla dal punto di vista dell’organizzazione e dell’attenzione dei tifosi che potrebbero non seguire le linee guida per quanto riguarda le attese per poter accedere allo stadio. In Italia la situazione è migliorata, ciò che abbiamo ora sono una serie di focolai in diversi territori legati a tre aspetti: disattenzione dovuta a degrado sociale, lavori a rischio e persone provenienti dall’estero. Ma nulla di non controllabile, come accaduto all’inizio. Sfidare la fortuna, il caso, ad oggi non è opportuno. Possibile parziale riapertura? Sì, con la sola tifoseria di casa per esempio o con un rigido rispetto del distanziamento sociale negli accessi e per i posti sugli spalti. Mantenere vuoti i posti avanti, dietro e ai lati è una giusta garanzia di sicurezza. Il rischio di un aumento esiste, oggi sappiamo come calcolarlo. Dobbiamo prepararci per impedire altri guai. La sfida di tutti è prevenirli".  
 
Altrimenti quando si potrà ripartire con gli stadi aperti? 
"Forse i primi mesi del 2021, visto che in autunno la pandemia sarà ancora un pericolo e il vaccino non sarà ancora pronto. E ora di cominciare a convivere con questo coronavirus attuando regole di responsabilità civile che sono poi quelle dette più volte e che tutti ormai conoscono. Se un tifoso vuole tornare a guardare dal vivo la sua squadra in sicurezza rispetti le regole e tutto andrà bene". 

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 28 luglio 2020 alle 12:20 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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