Il nuovo inizio dell'esperienza italiana di Geoffrey Kondogbia è coinciso certamente con Torino-Inter, una partita nella quale il centrocampista francese ha tagliato in due l’ottanta per cento dei dubbi con la sforbiciata con cui ha matato il Toro, fornendo anche una prestazione più concreta del solito. Lo sottolinea stamane la Gazzetta dello Sport: "E dire che Kondogbia non è mai stato messo in discussione dal Mancio. La tesi è quella di tanti allenatori: farli giocare per... credere, immergerli nella vasca degli squali per far capire ai nuovi arrivati l’aria che tira. E i campionati spagnolo e francese sono troppi distanti da quello italiano perché Kondo intuisse subito mosse e contromosse: così, poco alla volta, il francesone si è messo a lavorare, imparare, assorbire e alla fine si è inserito sempre di più nel sistema di mezzo. Ad oggi, 12 presenze, come Handanovic: sono i soldati nerazzurri con più caps, anche se in una gara (contro la Juventus) Kondo entrò giusto nel finale. Però l’emersione del francesone è evidente: contro il Torino, per esempio, ha giocato 79 palloni, poco meno di Gary Medel che anche come posizione sfrutta la propria centralità. Il gol lo ha aiutato, la squadra pure e il passar del tempo e gli allenamenti lo hanno certamente limato nei vizi". 

Sezione: Rassegna / Data: Dom 22 novembre 2015 alle 09:15
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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