Il 5 maggio? Un giorno come gli altri, tranne che per Napoleone Bonaparte e Alessandro Manzoni. Non male questo concetto espresso da Josè Mourinho, che ha delegittimato questa data tristissima per il popolo nerazzurro, togliendole i valore che da sette anni le viene attribuito. Sono i tifosi juventini che devono ricordarla, perché per loro quel giorno del 2002 fu festa scudetto. Per i supporter della Beneamata, invece, si tratta di una data in cui tutto andò storto, ma niente di più. L’Inter non vinse nulla il 5 maggio 2002, quindi non è il caso di riproporre quel ricordo o segnare in rosso il calendario una volta l’anno. In quanti, tra i tifosi nerazzurri, ricordano il giorno in cui la squadra ha festeggiato gli ultimi due scudetti? Ovviamente, per quanto la gioia fosse tanta, non tutti riescono a inquadrarla sul calendario.

Eppure avrebbe più senso celebrare quei giorni piuttosto che patire il ricordo di quella sofferenza. Non che i media semplifichino il compito, né pongono l’attenzione sulle vittorie interiste. Fa ancora molto più clamore citare il 5 maggio per insinuare la paura, allo stato attuale del campionato, nei giocatori e nei sostenitori nerazzurri. Non in Mourinho, che quel giorno di sette anni fa era da tutt’altra parte e non ha alcuna intenzione di dare peso a certi giochetti psicologici. Il passato è passato, l’unica data che bisogna ricordare sarà quella del prossimo scudetto, che a breve sarà festeggiato. Con tanta sicurezza da parte nerazzurra, anche il 5 maggio oggi non sembra che un giorno come tanti sul calendario. In effetti, è proprio questo lo spirito giusto per andare avanti con un atteggiamento vincente, senza mai voltarsi indietro. Lasciamo che siano altri, che ne hanno più motivi, a ricordare quella data di sette anni fa…

Sezione: News / Data: Sab 02 maggio 2009 alle 12:28
Autore: Fabio Costantino
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