Finalmente gli occhi della tigre che avevo chiesto! A Stamford Bridge, laddove vanno ancora in pellegrinaggio a vedere il cappotto Armani di Mourinho di fianco alla bacheca dei blues, l'Inter raccoglie il miglior risultato della sua recente storia europea. Batte per la seconda volta il Chelsea e lo elimina agli ottavi di Champions con un capolavoro tattico di Mourinho e il gol-partita del discusso Eto'o. Potrei dire tante cose su quello che ho sentito fino al fischio d'inizio e sui farneticanti post che pubblicato, ma sono superiore a certi istinti! Prima di tutto perché l'Inter pur essendo riuscita nell'impresa di far fuori la miglior squadra inglese e anche la principale candidata alla Champions con il Barcellona, in realtà non ha fatto ancora nulla in ottica Albo d'Oro. Io non ho rivincite da prendermi, mi accontento di prendere per il sedere i disfattisti in servizio permanente effettivo. E non a caso ho raccontato Chlesea-Inter con un gatto nero al mio fianco, ironicamente dedicato agli inguaribili menagramo. So già che alla prima occasione i gatti neri rispunteranno dai tombini con le loro lezioncine di psicologia spicciola, perché ognuno ha la sua croce! Però è stato divertente vedere all'ufficializzazione della coraggiosa formazione di Mourinho, i fucili erano già caricati a pallettoni, magari con l'effige del grande escluso, Mario Balotelli.
Ancor più divertente vederli evaporare al fischio finale, quando Mourinho si rintanava a festeggiare da solo nello spogliatoio, lasciando il proscenio alla squadra. Chissà se qualcuno ha riflettuto, anche per un attimo, sulla mole di sciocchezze prodotte solo un'ora e mezza prima! E' la vittoria di Mourinho, prima ancora che dell'Inter, perché lui si è giocato tutto, arrivando persino a dire a Moratti, come tanti perplesso sulla scelta di Thiago Motta al fianco di Cambiasso e su quella di Pandev in aggiunta a Milito Sneijder ed Eto'o, che col Chelsea si vince così. Andasse pure via domani, Mourinho, questa cosa me la ricorderò finché campo e davanti ad un tipo con tante palle, mi leverò sempre il cappello. So già che quando non ci sarà più verrà rimpianto da chi lo caccerebbe all'istante, esattamente com'è successo a Roberto Mancini. Il tifoso, non solo quello dell'Inter, è fatto così: sempre sicuro di avere la verità in tasca senza averla, quasi come chi è del mestiere e spaccia per scienza esatta quel mistero agonistico che è il calcio. La personalità mostrata dall'Inter fin dall'avvio è però tutta di Mourinho e, fidatevi, uno così è sempre meglio averlo in panchina che in tribuna, ragion per cui stia attento ad ulteriori squalifiche almeno fino a Pasqua. Credo che anche la vicenda Balotelli abbia concorso a cementare un certo spirito di squadra e sarebbe davvero bizzarro se ora lo dovessimo pure ringraziare per aver ricreato il giusto clima, anche stando sulle palle a tutti, con i suoi atteggiamenti alla Ibra senza esserlo ancora.
Può essere che in Europa l'Inter abbia avuto con il tedesco Stark quel pizzico di fortuna arbitrale che le è regolarmente negato in campionato, ma la moviola permanente resta un viziaccio tutto italiano, capace di farti vedere sempre e solo quello che ti pare, come rigori a raffica per la squadra che gioca contro la tua rivale di sempre, dimenticandoti magari di un fuorigioco inesistente, come quello fischiato a Milito in avvio di partita. Poco importa: lo sportivo sa che in due partite l'Inter è stata superiore al Chelsea e Mourinho molto più bravo e coraggioso di Ancelotti, che stimo e stimerò sempre, ma che stasera non ha capito nulla. Prima del gol di Eto'o a dodici minuti dalla fine, l'Inter aveva rischiato seriamente solo su una palla vagante dopo conclusione di Malouda respinta con affanno da Julio Cesar e spazzata via da Thiago Motta. In compenso Sneijder, al quale Ancelotti ha inspiegabilmente lasciato troppa libertà, ha fatto quel che ha voluto, con le spalle sempre coperte dall'ottimo Cambiasso, liberando per quattro volte un compagno davanti a Turnbull, fino all'azione del gol, nata da un errore di Lampard. E prima del gol di Eto'o, l'Inter ha avuto tre nitide occasioni per passare, vanificate dagli errori sottoporta di Thiago Motta, Milito e dello stesso Eto'o.
E se Drogba si è visto solo nel finale, quando è stato espulso da Stark per una reazione stizzita su Thiago Motta, il merito è solo della coppia Lucio-Samuel, semplicemente perfetta. Stasera non ho appunti da fare nemmeno a Maicon, bravo e concentrato come mai in questa stagione! La gloria è per tutti, anche per Stankovic e Mariga, subentrati a Pandev e Sneijder nell'ultimo quarto ora, e pure per Materazzi, che ha rilevato Thiago Motta, solo per spezzare il ritmo del Chelsea nell'ultimo disperato assalto, quello che sulla ripartenza nerazzurra per un soffio non ha portato Eto'o al raddoppio. Ma il vero mattatore della serata resta Mourinho, che ha forgiato la partita perfetta. E ora tocca proprio all'Inter degli stranieri tener alto l'onore del calcio italiano nell'Europa che conta, con il geometra Galliani troverà un po' di conforto ricalcolando i punti del famigerato ranking. Per dar la misura dell'impresa dell'Inter, basti ricordare che il Chelsea, pur non avendo mai vinto la Champions League nella sua storia, dalla stagione 2003-04 è arrivato sempre almeno in semifinale, a eccezione dell'edizione 2006-07 quando uscì subito: due stagioni fa arrivò addirittura in fondo, battuto dal Manchester United nella prima finale tutta inglese. Allo Special One, molto Special stavolta, spetta ora il compito di rialzare il rendimento dell'Inter anche in campionato. Pare che a Palermo sarà durissima, impossibile secondo i gatti neri, ma io voglio illudermi che proprio sull'onda lunga del risultato di Londra l'Inter ritrovi subito il vigore necessario per andare a vincere il campionato.
Autore: Redazione FcInterNews
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