"L'Inter è unica per storia, indole e passione, nella vittoria come nella sconfitta. A questo proposito, so identificarmi con più facilità nel tifoso propenso a “rimboccarsi le maniche” durante le annate ostiche. Vivo la fede interista con un’enfasi che va oltre la domenica sportiva, siccome ritengo i colori nerazzurri una piacevole chiave di lettura rispetto ai percorsi che la vita sceglie di riservarci attraverso nomi, date e luoghi simbolici” è un'autentica dichiarazione d'amore che Gianfelice Facchetti, figlio dello storico capitano nerazzurro, fa alla sua Beneamata ai microfoni di Footballnews24.it.

A proposito di simboli, crede che un giovane possa ancora ambire al ruolo di “bandiera”? Le influenze economiche sono ormai tentatrici spietate…
“Ho l’impressione che la pandemia, da un certo punto di vista, possa aver incanalato l’attenzione verso priorità ben definite. Vuoi per opportunismo o per piena presa di consapevolezza, molte società stanno cercando di valorizzare tutte le forze a loro disposizione, partendo dai settori giovanili e coltivando ragazzi capaci di rappresentare il futuro del proprio club. A questo proposito, uomini come Barella, Bastoni, Dimarco o Skriniar lasciano ben sperare per l’Inter che verrà”.

Secondo lei, Giacinto in quale -attuale- sportivo interista saprebbe rivedersi meglio?
“È difficile rispondere: le due epoche sono distanti anni luce l’una dall’altra e la percezione del calcio ha subito un appesantimento importante, sia a livello organizzativo che intermediario. Senza stigmatizzare la figura dei procuratori, non posso dimenticare i racconti sulla trattativa che portò mio padre all’Inter, gestita dal nonno ferroviere e sguarnito di qualsivoglia competenza giuridica, capace però di avvalorare la stretta di mano ancor prima della firma di un contratto…”.

Sezione: News / Data: Sab 21 maggio 2022 alle 16:16
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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