Il docente universitario dell'Università di Milano Nando Dalla Chiesa, scrittore e politico (ex deputato ed ex senatore della Repubblica), da una vita studia e approfondisce temi legati alla criminalità organizzata e ai suoi rapporti con la politica, con lo Stato e con la vita pubblica. In merito agli ultimi svolgimenti del nostro calcio ha parlato a Calciomercato.com.

Legge sugli stadi: il presidente del Coni Gianni Petrucci e il presidente della Figc Giancarlo Abete assicurano che sulla comunità non ricadrà nessun onere per quanto riguarda la costruzione di nuovi stadi. Tutto sarà a carico dei privati: sarà davvero così?
"Chi pagherà? Sono cose che si vedono sempre dopo. Come vengono spesi i soldi si vede sempre dopo. Il governo attuale comunque dovrebbe spenderli in modo abbastanza attento, anche perché la sua forza è quella di poter fare cose, in questo momento, sgradite ma utili".

Come vedrebbe un nuovo stadio a Milano? Non avrebbe nostalgia di San Siro?
"Non sono tra quelli che desiderano un nuovo stadio a Milano. Non vedo nessuna ragione per lasciare San Siro. Lo stadio non è una necessità a Milano: il Meazza è bello, è grande ed è conosciuto in tutto il mondo. Ha 80.000 posti e non è quasi mai strapieno, credo quindi che se anche si rinunciasse a mille posti per renderlo più accogliente e moderno, non sarebbe un dramma, senza bisogno di costruirne uno nuovo".

Il problema, per come vengono intesi gli stadi moderni, potrebbe essere la mancanza di spazi per un'area commerciale...
"Basterebbe un collegamento migliore con il resto della città per quanto riguarda i mezzi di trasporto, e poi lo rendano più attraente...".

Qustione Calciopoli: cosa pensa del 'tavolo della pace' proposto dal presidente della Juventus Andrea Agnelli e accolto favorevolmente da Coni, Figc e dal presidente dell'Inter Massimo Moratti?
"Capisco il senso della proposta, nell'ottica di farla finita con questa faccenda, che rischia di aggrovigliarsi all'infinito. Sarebbe bello però se la Juve chiedesse scusa, non sarebbe male se dicesse: "Abbiamo fatto una figuraccia, chiediamo scusa". Aggiungo che non sarebbe male se ognuno, per quanto di grande o di piccolo ha fatto di male in quegli anni, chiedesse scusa. Diciamo che servirebbe una 'operazione Mandela', che riportasse la pace nel mondo del calcio e aiutasse a ripristinare una convivenza civile fra le sue varie componenti".

Sezione: News / Data: Ven 25 novembre 2011 alle 22:25
Autore: Fabrizio Romano
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