Quando ha capito che avrebbe potuto vincere? La Gazzetta dello Sport fa questa domanda a Massimo Rastelli, tecnico del Cagliari appena vittorioso a San Siro. "Sull’1-1 ho visto i ragazzi crederci. I cambi di Isla e Borriello hanno dato sostanza, esperienza e pressione", dice l'allenatore dei sardi.

Qual è il top di una domenica speciale?
"In panchina a San Siro, portare a casa tre punti, la terza vittoria di fila, prima in trasferta. Nessuno aveva battuto l’Inter in casa, averlo fatto in rimonta è frutto di personalità e coraggio. Ci servono punti. La A non fa sconti: il Crotone a 6’ dalla fine vinceva 1-0 a Sassuolo".

Battere l’Inter, come e perché?
"Con approccio e organizzazione. L’Inter ha tanta qualità e chiuderà la stagione da protagonista. Per ora hanno poco equilibrio, nella fase di costruzione Ansaldi e Santon giocano molto alti, Joao Mario fa quasi il trequartista: quando perdono palla rimane Medel con Miranda e Murillo. Li abbiamo sfiancati col baricentro e il pressing alto. Abbiamo sofferto ma la vittoria è meritata".

Ha influito la contestazione a Icardi?
"Si è parlato tanto dell’episodio e meno della nostra prova. Fino al 55’ i tifosi hanno applaudito il gioco dell’Inter. Certo, queste situazioni incidono ma non sono decisive".

Che impressione le ha fatto De Boer?
"Un gentiluomo fino alla fine. Capisco le difficoltà: catapultato in un torneo nuovo a 7 giorni dal via. Gli serve tempo".

Passo indietro. A San Siro qual è il flash da calciatore?
"Inter-Piacenza, 1997/98: la gara dopo Juve-Inter col rigore non dato per il fallo di Iuliano su Ronaldo. Loro dovevano vincere. Era la terzultima, dovevamo salvarci. Giocammo chiusi in area, Sereni parò l’impossibile, Vierchowod fu grande su Ronaldo. Mi seguiva Colonnese. Finì 0-0".

Sezione: L'avversario / Data: Mar 18 ottobre 2016 alle 10:55 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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