Per conoscere meglio il Kairat Almaty, prossimo avversario dell'Inter in Champions League, la Gazzetta dello Sport ha intervistato il centrocampista israeliano Ofri Arad, che racconta in primo luogo come la formazione giallonera affronta le monumentali trasferte in giro per l'Europa: "All’inizio è stato uno shock. Da Milano ci si impiega meno ad andare a New York, ma il club è organizzato: siamo arrivati con un jet privato dove c’è tutto lo staff. Hanno pensato a tutto. Il problema, oltre lo stress, sono gli imprevisti”. 

Qual è il vostro segreto? 
“Essere ‘affamati’. Nessuno è come noi: né il Pafos, che ha una proprietà ricca, né il Bodo, ormai una realtà. Il Kairat è un insieme di ragazzi dal cuore grande e una rosa variegata. Siamo due israeliani, quattro brasiliani, due bielorussi, due portoghesi. Abbiamo vinto due campionati di fila, l’ultimo dieci giorni fa. Siamo tutti uniti”. 

Cos’ha pensato quando è uscita l'Inter nel sorteggio? 
“Al mio migliore amico. Vive a Roma e studia medicina. Non ci vediamo da tempo. Abbiamo incrociato le dita affinché uscisse un’italiana: quando ho sentito ‘Inter’ gli ho fatto una videochiamata”. 

Con chi scambierà la maglia? 
“Quando abbiamo giocato contro il Real Madrid ho preso quelle di Huijsen e Tchouaméni. Prima, comunque, devo pensare a fermare i nerazzurri. Il rischio di non capirci nulla c’è: Mkhitaryan, Calhanoglu, Barella. Lui è il mio preferito. Un centrocampo così in Europa ce l’hanno in pochi, ma non abbiamo paura di nessuno”. 

L’anno scorso Mkhitaryan disse che l’Inter era “ingiocabile”. 
“Beh, come dargli torto. Prenda Alessandro Bastoni: non si capisce se fa il difensore o l’esterno. È ovunque, come Barella o Calhanoglu. E poi San Siro è... wow. Cosa posso dire? Speriamo che il jet lag ci dia tregua”. 

E se doveste battere i nerazzurri? 
"Tornerei ad Almaty… a piedi. No, scherzo: magari in autobus”.

Sezione: L'avversario / Data: Mar 04 novembre 2025 alle 19:15
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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