Andy van der Meyde, interpellato da Gazzetta.it, ha parlato di Chivu, dell'Inter e ovviamente anche dell'Ajax, in vista della sfida di Champions League di mercoledì sera. Sorpreso di vedere Chivu sulla panchina dell'Inter? Van der Meyde risponde così: “Per me resterà sempre il capitano-ragazzo, un anno più giovane di me e già con la fascia a 21 anni. L’Ajax è un pianeta diverso da tutti, non si guarda mai la carta di identità, ma se sei così precoce hai certamente qualcosa di speciale. Cristian era un leader naturale nello spogliatoio, rispettoso, sempre sorridente: lo definirei un vero gentiluomo. All’inizio prendeva tanti cartellini rossi, ma poi è maturato. Non mi stupisce che sia diventato allenatore: questi primi problemi fanno parte del mestiere, la sconfitta con la Juve è stata immeritata”. 

Non pensa che sia arrivato all’Inter un po’ troppo presto?
“Chi decide che sia troppo presto o no? Se questo mestiere lo hai dentro, non c’è un problema di tempo. Dal Parma all’Inter è sicuramente un grande salto, rischioso per tutti, ma credo che i dirigenti lo conoscano bene: si fidano e gli hanno dato fiducia. Resta una scommessa enorme, ma per me può vincerla se riesce a togliersi di dosso il passato. Da Thuram a Lautaro, fino a Calhanoglu che ho rivisto benissimo, in tanti devono dimenticare la fine della scorsa stagione”. 

Dumfries: ha fatto bene a restare?
"Secondo me sì. Con un Mondiale alle porte, è importante giocare sempre. All’Inter ha il posto quasi assicurato e questo lo aiuterà anche in nazionale. Avrebbe potuto andare altrove, ma rischiava la panchina. Ora Denzel può restare protagonista, e dopo il 2026, forse, farà una nuova scelta. È un giocatore strategico e unico: segna più di un attaccante, fornisce assist, è fondamentale per l’Inter e per l’Olanda".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 16 settembre 2025 alle 00:15 / Fonte: Gazzetta.it
Autore: Niccolò Anfosso
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