Ospite della conferenza ‘Financial Fair Play: does it matter?’, Steven Zhang, presidente dell’Inter, intervenendo in una tavola rotonda in compagnia del numero uno della Juventus Andrea Agnelli, il managing director dell’Uefa Andrea Traverso e del presidente dell’Olympique Marsiglia Jacques-Henry Eyraud, tocca diversi temi legati alla politica calcistica, lui che di recente è stato anche nominato nel board della Eca. Partendo dai risultati raggiunti dal club in questi primi anni dell’era Suning e dalle sfide affrontate, dopo un elogio all’università Bocconi, sede dell’evento: “Il fatto di poter visitare questa università ha fatto sì che diventassi presidente dell’Inter, in futuro gli studenti che vorranno lavorare all’Inter avranno una corsia di preferenza. Crediamo che i giovani cambieranno il mondo e all’Inter vogliamo nuove energie e un nuovo ambiente”.

Poi, è passato ad illustrare quello che è stato l’impatto con la realtà europea: “Da quando sono arrivato qui il problema è stato dover capire come funzionasse il Fair Play Finanziario; è stato il nostro problema principale per anni. Non si parlava di nuovi giocatori, non si parlava di marketing o di come cambiare il nostro ambiente. Prima di comprare l’Inter, poi, eravamo una retail company e io non avevo mai visto una partita di calcio; ho perso un anno solo a capire come funzionasse questo sistema invece di iniziare a pensare come migliorare il club. Adesso posso dire che ci sono stati molti miglioramenti: negli ultimi due anni sono raddoppiati i dipendenti nelle aree marketing e commerciale, abbiamo raddoppiato anche gli ad. Per quel che riguarda il Fair Play Finanziario, posso dire che la direzione presa è quella giusta, ma ci sono tanti miglioramenti da fare. Chiediamo che il Fair Play 2.0 possa essere più flessibile, soprattutto quando si tratta di affrontare passaggi di proprietà. In passato le società erano gestite da famiglie che spendevano soldi, ora non è più possibile”.

Zhang manda poi un messaggio per quel che riguarda la questione della visibilità della Serie A all’estero: “Se metto la testa fuori dall’Inter, e mi metto nei piani di un osservatore esterno, penso che i ricavi da diritti tv possono crescere ulteriormente. Abbiamo l’unico broadcaster della Serie A per la Cina e abbiamo diversi problemi nel trasmettere alcune partite e di avere audience. Anche perché negli orari ideali per i broadcaster asiatici vengono trasmesse partite minori, e diventa difficile distribuire le partite nella maniera migliore, in Asia si dorme quando ci sono i big match in Italia e la gente non vede le partite principali. Eca ed Uefa devono guardare maggiormente ai mercati internazionali come Usa e Cina, e non pensare solo ai 90 anni, ma guardare agli altri universi come i social. La nostra generazione ha molte cose da fare, i giovani usano molto i videogiochi. È impossibile stare svegli alle 3 di notte per vedere 90 minuti di una partita, molti preferiscono guardare le sintesi delle partite sulle app. Questo traffico ha molta più importanza di quello generato dalle partite trasmesse di notte, e anche per gli europei, specie giovani, stare 90 minuti seduti davanti ad una partita. Bisogna pensare molto ai social media, che ormai sono diventati molto più importanti come traffico delle partite, il broadcast per noi è solo una parte piccola dei nostri ricavi”.

Ultima risposta sul ritorno dell’entusiasmo dei tifosi: “Penso sia una cosa tipica dei tifosi italiani, soprattutto quelli di Milano. I tifosi hanno capito il momento di crescita, il club sta crescendo nei servizi e vuole migliorare ancora di più creando in primo luogo un nuovo San Siro. Molta gente vuole passare del tempo a vedere quello che facciamo. L’80% delle risorse è dedicato al 20% delle persone coinvolte, queste risorse dovrebbero essere distribuite meglio premiando coloro che vogliono dare un contributo. Nuovi club producono nuovo intrattenimento, la gente viene perché attratta dalla possibilità di poterci vedere. Dobbiamo imparare, come club italiano, che i club di Premier League hanno una mentalità più forte, sanno come migliorare le loro risorse. Dobbiamo imparare da loro. Migliorando il nostro sistema, possiamo attrarre giocatori ancora più importanti e rendere ancora più competitivo il campionato italiano”.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 19 settembre 2019 alle 19:27 / Fonte: Dall'inviato Christian Liotta
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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