A mercato ormai chiuso in casa Inter si può tornare finalmente a parlare solo di campo e, in particolare, della partita di domani sera al Meazza contro il Crotone. Impegno per nulla agevole visto il periodo da cui viene la squadra nerazzurra e considerando anche il buon lavoro svolto sulla panchina avversaria da Walter Zenga. Di questo e altro parlerà oggi Luciano Spalletti al Suning Training Centre, durante la consueta conferenza stampa pre-partita. FcInterNews.it è sul posto e offre le parole del tecnico in diretta testuale.

Come sta Icardi. Non verrà rischiato?
"Non è convocato, per cui da casa non può giocare. Lui vorrebbe, ma ha un risentimento muscolare. Si poteva anche cercare un recupero, ma abbiamo optato per andare sul sicuro. Non vogliamo creargli problemi e rischiare di perderlo per più tempo. Emmers sarà convocato".

Finito il mercato, si aspettava un rinforzo in più a centrocampo?
"Su questo discorso potete riprendere le risposte dall'inizio dell'anno. O si fa finta di non capire o c'è un'altra volontà. Per quanto mi riguarda, il vero smacco del mercato è non essere riuscito a proteggere i tifosi dalle false aspettative, perché poi vengono trasformate in grandi delusioni. Di questo ne risentono soprattutto gli sportivi e si crea un malessere tra loro e chi lavora da dentro e ha a cuore il sentimento verso i nostri colori e la nostra squadra. Oltre ad aggiungere confusione nella testa dei calciatori, che da tutti i nomi che si sono fatti percepiscono l'idea che molti di questi dovranno essere sostituiti. Io l'ho detto dalla prima volta, prima di cominciare la stagione. Ora mi avete fatto dire che ho chiesto calciatori, ora mi state facendo dire che non sono contento. Non so come usano gli altri allenatori nei rapporti con le altre persone che sono qui, con me non parlate. Per cui non mi raccontate come sono io perché non lo sapete. Raccontate quel che immaginate o che vi pare. Perché poi questo discorso dell'irresistibile fascino del creare casino vi garba di molto, ma raccontate voi stessi perché con me non parlate al telefono la sera. Per cui dovreste farmi il favore di non raccontarmi alla gente che vi guarda. Io non ho mai detto che mi mancano calciatori. Ho detto a Firenze, dove ha giocato Santon centrale, che se mi mancavano Miranda, Skriniar e Ranocchia dovevo gar giocare lui lì ma non ho chiesto nessuno. I nostri direttori sono stati bravi a inserirsi in questi equilibri che bisogna avere per il mercato. Ora si va avanti a buttare avanti il più possibile perché sembra che sono in disaccordo con chissà chi. Io sono in disaccordo con me stesso perché devo fare di più. Noi da qui in avanti giochiamo nella dimensione in cui siamo. Nel discorso generale siamo a posto, il momento non va bene e vi dò ragione.

Non è solo colpa dei giornalisti.
"Non dico che è colpa dei giornalisti, ma dico che non ho creato queste aspettative. Con me non parlate. Secondo me parlate con qualcun altro ma di quello ne parleremo con i direttori. Ci siamo anche venduti il fatto che non si va in Cina il prossimo anno, è vero ma è venuto fuori in una riunione. Ce lo siamo già venduti. Ma per noi è importante fare risultati. E fare un lavoro giorno dopo giorno che non crei turbative alla testa, perché ai calciatori piace più parlare di gol, di belle giocate, di divise portate in un modo. Invece ora bisogna parlare di che qualità abbiamo esibito, oggi, domani e dopo domani. Di mettersi in discussione nei momenti difficili in cui ci vengono le incertezze, che toccano a tutti e fanno parte del lavoro in una stagione calcistica, ma bisogna sporcarsi le mani. L'attenzione è solo in quella direzione ora".

Forse mancava qualcuno in mezzo al campo. Come pensi di ovviare?
"Per me le differenze sono sottili. In questo momento siamo caratterizzati dal nostro peggior giocare a calcio. Sembra che l'Inter sia diventata la squadra che ha preso la forma del peggior giocatore che ha a disposizione. Invece attraverso un modo di ragionare e frequentare questo ambiente si può riprendere la forma del nostro migliore. Anche se un giocatore attraversa delle difficoltà, non è detto che tutta la squadra debba farsi caratterizzare da quell'elemento, si può assomigliare invece alle qualità che ci hanno permesso di essere calciatori o allenatore dell'Inter. Ho parlato di Ramires in alcuni momenti perché è completo, non ne avevamo molti. Ma Steven Zhang mi ha detto che non si poteva fare e mi sembra una persona coerente e corretta. Io vi ho detto che certi limiti non li potevamo oltrepassare e sarebbe stato difficile trovare chi poteva migliorarci perché me lo aveva detto lui. Non l'ho inventato. Ora dobbiamo attraversare questo momento. Intanto abbiamo Rafinha e l'ho trovato meglio di quanto pensassi, visto quello che ha passato. Ha fatto degli allenamenti duri da reggere la scorsa settimana, avevamo fatto delle sedute difficili da reggere sotto l'aspetto muscolare, pensavo ne risentisse e invece è andato tutto bene. Poi questa settimana abbiamo dovuto abbassare perché ha avuto il sentore che non aveva avuto ed è normale. Lui è uno di quelli che può darci qualcosa in più sotto l'aspetto della qualità".

Gli screzi social tra i tifosi e qualche tuo giocatore possono minare l'ambiente?
"Viste da dentro, per come le raccontate, queste cose paradossalmente ci uniscono anche, oltre a farci divertire. Si ride perché i giornali li leggono tutti e si sa il discorso che ci riguarda. Però anche in questo c'è da tenere conto l'effetto che fa sui tifosi. Si trovano a pensare che la loro fede calcistica sia nelle mani di bambini e non professionisti. Domani ci saranno 50mila spettatori, sono tanti per il nostro momento. Io posso assicurare loro che hanno a che fare con dei professionisti veri e che tengono al lavoro che fanno, vogliono dare tutto e la più bella soddisfazione ai tifosi, in questo caso riportargli in Champions. C'è da fare anche una riflessione intelligente su quello che comporta trattare queste cavolate a finestre aperte. Ci sono cose che non vanno portate nello spogliatoio. I social sono importanti, ma qui si fa una cosa dove non possono essere portate le cose che si hanno a casa. E bisogna assolutamente non provocare inutili preoccupazioni ai nostri tifosi, perché ci seguono e ci sostengono tutte le domeniche e sono lì a soffrire per un risultato della propria squadra, per cui questa riflessione la dobbiamo fare. Anch'io scrivo e devo fare attenzione di non andare a creare questi dubbi nei nostri tifosi. E' chiaro che ora il tifoso, dopo che gli si dicono tutti questi nomi, ha un entusiasmo in calo e l'equilibrio è sottile. Spero non si abbassi l'entusiasmo e li ringrazio di essere di nuovo 50mila perché dimostrano maturazione, hanno veramente il carattere forte e la testa solida per continuare a crederci, che non è per forza applaudire o ridere come uno plastificato. Vuol dire anche fischiare, essere dispiaciuti di come va un'azione, vuol dire qualcosa che a vedersi non 'fa figo', ma l'importante è essere allo stadio. Questo fa vedere che ci credono. C'è gente che per vedere a quell'ora la partita torna a casa a metà notte. Di questo dobbiamo tenere conto".

Alcune trattative non le abbiamo inventate, qualche nome è stato trattato. Cosa ci si deve aspettare da questa gestione?
"Ognuno fa riferimento al soggetto da cui ha ricevuto nomi o situazioni di mercato. Noi abbiamo tutti gli ingredienti per poter competere per il traguardo, che è importantissimo ma allo stesso tempo difficilissimo. I numeri dicono che possiamo stare in questo traguardo. E' chiaro che bisogna fare chiarezza, perché i traguardi si possono raggiungere lavorando o spendendo più soldi di quelli che abbiamo. Intanto dobbiamo dire le cose vere ai nostri sportivi, non trarli in inganno. Per quanto riguarda me a fine anno si tirano le somme di ogni cosa. Si hanno più conoscenze e mezzi e si farà il confronto su quello che è stato il rapporto, se è stato vero, interno o parziale. Davanti allo specchio bisogna sempre andarci a volto scoperto. A noi non spetta nulla di diritto, abbiamo quella storia ma dobbiamo ricostruire l'espressione storia per tornare in quella dimensione. Le strade sono tante, ma è fondamentale non creare false aspettative, perché uno rimane deluso e poi questa delusione ce la fanno assorbire perché noi un po' ci entriamo in quella delusione.

E' difficile accettare che non arrivino Ramires o Pastore.
"Di Ramires e Pastore non dovete parlare con me, ma con chi ve l'ha detto. Io ho fatto una battuta, ma poi ci sono dei numeri, degli stipendi. Noi non possiamo aumentare il budget su quella dimensione ed è un fatto fondamentale. Non so quanto guadagni Pastore, ma sicuramente più dei nostri calciatori e allora devi fare un'uscita e mettere a posto i numeri. E poi avendo già preso Rafinha, che ha caratteristiche simili, i direttori hanno apportato qualcosa di positivo, che è grosso modo simile a quel giocatore. A proposito di numeri, ho appuntato: Icardi ha segnato 14 gol senza rigori, 5 li ha passati Perisic. E' la stragrande maggioranza degli assist. Lo sapete, ma vi interessa far casino. Nel flusso dei passaggi, quelli che passano più palla a Icardi sono Perisic e Vecino. Un pochettino sotto c'è Brozovic perché ha giocato metà partite e gli passa metà dei palloni. Poi i numeri uno li fa apparire come vuole. Sul far casino mi sono fatto trasportare, ma è l'irresistibile fascino del creare casino".

A due mesi dall'ultima vittoria, come si batte il Crotone domani?
"A due mesi dall'ultima vittoria bisogna essere convinti che ci sono altre cose che ci hanno accompagnato a questo momento, per cui bisogna andare a rafforzare quelle convinzioni e usare di più quelle che sono andate a buon fine. Troveremo un Crotone che ha ritrovato entusiasmo, perché Zenga l'ho conosciuto andando in giro per il mondo con lo Zenit e abbiamo lavorato nello stesso centro. Ci ho parlato e ho toccato con mano il suo lavoro. Dobbiamo riuscire a tenere il pallino in mano e costruire bene con velocità e qualità da dietro, riuscendo a stanargli il fortino che creeranno. Bisogna stare attenti a non subire la ripartenza perché avranno il comportamento dell'animaletto che esce fuori dalla tana e si mette a posto. Vedo segnali positivi sotto l'aspetto dell'interesse, ma li avevo visti anche le altre settimane e non è bastato. Probabilmente bisogna fare di più e mi aspetto che domani siamo vogliosi di determinare qualcosa".

Nel periodo migliore hai messo in guardia sul possibile arrivo del momento difficile. Te lo aspettavi così lungo? Hai visto riaffiorare i problemi psicologici del passato?
"Due o tre campionati li ho giocati e so che quando non tutto è a postissimo si può avere il momento in cui viaggi col vento in poppa e poi quello più delicato. La tendenza è eliminare le alternative, perché si assume la forma del momento che si sta attraversando. Non mi aspettavo durasse così tanto questo periodo. Non temevo riaffiorassero quei problemi, pensavo fosse una cosa superata. Pensavo avessimo una forza mentale che mi permettesse di stare a questo gioco, invece non è così e bisogna riandare a raschiare sul fondo del barile di quelle che sono le nostre risorse e possibilità e non c'entrerà nulla la mancanza di un giocatore o di un altro. Dobbiamo far bene, anche se ci sono cose che ti succedono e sono tutte nella stessa direzione. Le cose a volte ti accadono perché hai il timore che ti succeda. Bisogna andare a spaccarsi le unghie".

A fine anno farà "la somma", come ha detto, rispetto a cosa?
"La somma rispetto a quel che ho visto e all'essere stato interista stando qui dentro dalle 8 alle 10 ore al giorno. Io mi comporto da amico e infatti di amici ne ho tanti. Poi a fine stagione si capisce di più. Fino a due mesi fa si aveva un'idea e ora se ne è ha un'altra, bisogna capire in che direzione va il mondo. Ora c'è questo percorso e si tirano le somme. Ora non è il tempo, non ci sono le preoccupazioni di tirare delle somme. Siamo quarti, per il momento, e con noi ci sono squadre importanti. L'anno scorso posti in Champions ce n'erano tre, ora ce n'è uno in più ma le squadre crescono, lavorano e fanno progetti. Creano ambizioni continue perché così bisogna fare. L'ambizione ti fa vedere le cose da un punto di vista diverso e ti può far diventare partecipe di quella strada, perché hai chiaro il percorso. Bisogna uscire da questo percorso, perché quello che non è tranquillo è questo percorso. Noi domenica non abbiamo ricevuto tiri in porta, si è sbagliato l'uscita all'ultimo momento ma rispetto al passato c'è una sostanza diversa come gol presi. Il discorso è sempre quello: sei quarto e lì ci sono squadre che l'anno scorso erano là e a qualcuna di queste sei arrivato a 25-30 punti".

Questo percorso da fare da cosa passa?
"Dal livello di energia che si mette in un lavoro continuativo nel tempo. Poi vanno fatti discorsi corretti, anche antipatici se ce n'è bisogno sentirseli dire. Va messo davanti in base a ogni comportamento che hai. Devi sempre mettere davanti il bene dell'Inter. Non c'è altro che puoi porre davanti a te. E' il discorso che dicevo prima del quotidiano. E poi c'è il fatto che ai giocatori non piace stare in questo condizionamento e reagiscono in maniera più difficile, proprio perché siamo all'Inter e bisogna calarsi nella realtà in cui siamo".

FcIN - Avere Eder al posto di Icardi cosa significa per voi?
"Che ti viene a mancare il capocannoniere della Serie A, il più forte di tutti nel finalizzare. Hai a disposizione uno che sa muoversi di più e sa creare il buco per i compagni. Lega di più il ragionamento coi centorcampisti. Noi domani probabilmente in alcuni momenti non sappiamo chi conclude l'azione dentro l'area perché se c'è Icardi lui c'è sempre ma in questi momenti ci si accorgerà che ce ne sono due o tre che non ci aspettavano...".

Rafinha può giocare una porzione superiore di gara?
"O prima o dopo una porzione di partita la gioca".

In base alla battuta sul gregge, ora bisogna tenere unita tutta l'Inter?
"Ma perché senza di lui non si tiene unita? Con me funziona la squadra, lo zoccolo duro di questo gruppo che troverà la soluzione. Noi abbiamo uno zoccolo duro, una spina dorsale vera fatta da gente come Handanovic, Miranda, Gagliardini. A volte non l'ho fatto giocare o l'ho sostituito, ma è una persona serissima, tutti i giorni timbra il lavoro quotidiano. Perisic, Icardi, Candreva quando poi ha il momento di entusiasmo che lo sostiene. Questa settimana ha tirato 3 o 4 sassate all'incrocio, poi la domenica non gli parte per ora. Viene uno di fuori che fa? Prende in mano la situazione? Bisogna che sia chi, uno di quelli top e che abbia un ruolo strategico dentro la squadra, un trequartista di quelli continui che ha le mani in tutte le fasi di gioco e che assomiglia più a un mediano basso e ci passa l'80% del nostro gioco. Se non è un top player, la differenza la fa questa squadra qui. Non mi aspettavo niente che mi modificasse la vita, la vita me la modifica questa squadra che ho conosciuto ed è stato un bel conoscere. Poi in futuro si vedrà cosa farò io o quel calciatore. E si vedrà che giornalista o quel calciatore diventi".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 02 febbraio 2018 alle 16:20 / Fonte: dall'inviato al Suning Training Centre (Appiano Gentile), Mattia Todisco
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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