A tre giorni dalla partita tra Torino e Inter, Diego Milito racconta in un'intervista esclusiva a La Stampa le sensazioni di questo inizio di campionato double face per l'Inter: travolgente a Pescara all'esordio, strapazzata in casa dalla Roma nella seconda giornata. Ma di fronte a questo ko il Principe non fa drammi, anzi: "Le darà e le dirà il campo. Noi siamo una squadra che sta costruendo qualcosa di importante per il futuro, ma per farlo ci vuole tempo. Obiettivi? La maglia che indossiamo ci obbliga a puntare sempre in alto. Sono il titolare? È un grande piacere far parte del progetto di questa nuova Inter: la fiducia è tutto nel calcio". Sul ko con la Roma: "Ho imparato che ci sono anche le sconfitte buone nel calcio. Quelle che ti fanno capire tante cose, che fanno risaltare certi problemi e a che punto sei. Quella con la Roma è una di queste. Sconfitta positiva? No, è sempre brutto. Ma di peggio ci sono le vittorie che fanno male, quelle che ti fanno perdere la testa".

Il Principe fa anche un appello ai tifosi: "Ci vuole tempo e pazienza, ma credo di sì. Tante squadre hanno imboccato una nuova via, cambiare in questo momento è più facile anche per l’Inter. Abbiamo perso tre calibri come Julio Cesar, Lucio e Maicon, stiamo ripartendo". Il giornalista de La Stampa gli chiede se adesso a comandare sono gli argentino, ma Milito stizzito risponde: "Non l’accetto neanche come battuta. Le scelte spettano alla società: poi, certo, sono contento, se ci sono e arrivano altri argentini. E se continua ad accadere significa che qualcosa di buono abbiamo fatto". Differenze tra Cassano e Balotelli: "Antonio è un uomo, più maturo di Mario. Ci siamo trovati contro anche in Spagna: io al Saragozza, lui al Real. Gliel’ho ricordato la prima volta che ci siamo rivisti".

Sul periodo di crisi nel post Triplete: "Conosco una ricetta sola: aggrapparsi al lavoro. E così ho fatto". Elogi anche per Stramaccioni, anche se il Principe non fa paragoni: "I confronti non mi piacciono. Di certo ha una virtù: dice tutte le cose in faccia, Senza fare distinzioni". Milito si emoziona nel "vedere l’Inter giocar bene. E segnare", mentre non sopporta "gli infortuni, la parte più brutta del calcio". I suoi idoli: Da Batistuta a Crespo. Non ho mai avuto la fortuna di giocare con il primo, con Hernan siamo diventati grandi amici. Movimenti senza palla, tagli in profondità, agguati sul primo palo, questo ho preso da loro".

Nonostante i tanti trofei, qualche rimpianto lo ha anche il Principe: "La finale di Supercoppa Europea con l’Atletico Madrid del 2010. Abbiamo perso e giocato anche molto male. Quella che avrei voluto giocare? Ne ho fatte così tante di importanti, non mi manca nulla". Sulle origini italiane: " Il vostro Paese mi ha dato tantissimo, mia figlia è nata a Milano, ma in Argentina ho parenti e amici. Di italiano ho il il sangue", conclude Milito.

Mario Garau - Christian Liotta

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 13 settembre 2012 alle 11:22
Autore: Christian Liotta
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