Ospite del consueto appuntamento del giovedì su Inter Channel, Jeison Murillo ripercorre la sua prima stagione in nerazzurro con 'Season Review'.  Partendo dal suo arrivo a Milano in estate, quando ha rinunciato alle vacanze per accorciare i tempi di recupero dalla frattura al naso: "È normale, avevo voglia di entrare a far parte di questo club e di aggregarmi il prima possibile alla squadra". L'inizio di stagione è folgorante, i tifosi iniziano a conoscere Jeison e le sue qualità: "Il lavoro quotidiano è importante per essere in condizione, e tutto questo ti regala anche la confidenza con il campo".

L'approccio al calcio italiano è stato buono: "Ho sempre conosciuto il calcio italiano, tatticamente il mio ruolo è delicato, venire a giocare in Italia per me era una bella sfida. Ma è il mio lavoro, dare il massimo". Murillo è stato tra i più utilizzati dal primo minuto in questa stagione: "È motivo di orgoglio, significa che stai facendo bene. Ma tutti siamo importanti, abbiamo un obiettivo comune e bisogna raggiungerlo come squadra. Il mio compito è di aiutare la squadra".

Con lui un partner di spicco: "Giocare al fianco di Miranda è stato importante, ho imparato moltissimo da lui. Dagli errori si impara, si tratta di migliorare sempre. Il mister (Mancini, ndr) ha ragione quando dice che qualche volta ho sbagliato, ma da quello si riparte per imparare. In partita c'è molta azione, adrenalina, le giocate e i contatti sono molto rapidi".

Nel corso della stagione i tifosi dell'Inter tramite Inter Channel hanno premiato Murillo come il miglior giovane: "Sono contento e li ringrazio, per me è vitale per credere ancora di più in me stesso. Ogni giorno, come ho detto, posso migliorare". Per lui quest'anno sono anche arrivati i primi due gol: "Il compito principale per un giocatore del mio ruolo è impedire agli avversari di segnare, più che di fare gol, se poi arriva il gol meglio ancora. Ma il primo compito è evitarli. Nella prima parte della stagione abbiamo subito pochissimi gol, anche se vincevamo spesso magari 1-0. Nella seconda parte abbiamo avuto anche un po' di sfortuna: la palla non entra, al primo tiro subisci gol, se va tutto male è facile abbattersi. È il calcio, si tratta di saperci fare i conti, prendere il meglio che viene e migliorarsi".

Per concludere, l'immagine della stagione che rimane impressa nella mente di Jeison: "La prima partita, ha un grande significato. Debuttare con l'Inter era un sogno, giocare e vincere a San Siro erano sensazioni che desideravo provare e non si possono spiegare".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 23 giugno 2016 alle 21:01 / Fonte: Inter.it
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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