Nuovo programma di InterChannel che esordisce questa sera con un ospite d'onore. 'InterLegends' accoglie il Principe Diego Alberto Milito, l'artefice del Triplete entrato di diritto nella storia dell'Inter, per ripercorrere la sua carriera e le vittorie con la maglia nerazzurra. Di seguito, per i lettori di FcInterNews.it, il live della puntata con le parole dell'attaccante argentino.
Dejan Stankovic: "Non bisogna mai dimenticare Diego con la maglia dell'Inter".
Javier Zanetti: "Ha contribuito a scrivere della pagine importantissime".
Massimo Moratti: "Milito è il Triplete".
9 marzo 2003, clasico di Avellaneda. Milito racconta un aneddoto con un avversario, ovvero suo fratello: "Siamo cresciuti in squadre diverse, quel derby è un ricordo molto particolare perché stavamo vincendo 1-0, un mio compagno stava andando in porta e un giocatore avversario ha fatto fallo da ultimo uomo. Io ho chiesto il rosso ma quell'uomo era mio fratello. Abbiamo iniziato a litigare con la mia famiglia che ci guardava".
Capitolo Genoa: "Mi convinse Preziosi a scendere in Serie B, era molto ambizioso. Un progetto importante, anche se dopo sono dovuto andar via. Siamo arrivati in Serie A nonostante tutti i casini che erano successi. In quel momento c'era qualche squadra interessata, anche l'Inter con Mancini. Scelsi il Saragozza perché non mi sentivo pronto per arrivare all'Inter in una squadra con tanti attaccanti forti. Ho fatto questa scelta per raggiungere mio fratello, ovviamente non mi pento perché l'Inter era nel mio destino, come si è visto".
Capitolo Saragozza: "Real Madrid? Feci 4 gol, partita incredibile e in quel torneo incontrammo le migliori squadre spagnole, anche se purtroppo perdemmo la finale. Peccato, ho ancora l'amaro in bocca. Il secondo anno fu straordinario, arrivarono tanti giocatori molto forti, eravamo una bella squadra, raggiungemmo l'Europa e per me fu un anno molto positivo. Dopo iniziarono i problemi. Mio fratello Gaby andò via e noi accusammo il colpo. Cambiammo quattro allenatori e non eravamo abituati a lottare per la salvezza, infatti andammo in seconda divisione".
Ritorno a Genova: "Quella fu un'estate molto agitata, in tanti mi volevano. Juventus? No, c'era il Tottenham, eravamo vicinissimi. Ricordo che nell'ultimo giorno di mercato mi chiamò il figlio di Preziosi e mi convinse a tornare a Genova. La mia disponibilità fu immediata, fermai tutto con i londinesi e per fortuna tornai lì. Posso dire di aver chiuso un cerchio in Liguria. Senza dubbio lì ho trascorso uno degli anni migliori, eravamo molto forti con un grande allenatore, infatti arrivò l'Europa offrendo un grande calcio".
Derby con la Sampdoria: "Fare tre gol in un derby è una cosa bellissima. Si gode in un modo diverso, poi è una città particolare, una gara molto sentita e noi lo sapevamo. L'andata fu molto particolare, noi eravamo molto 'cattivi' e determinati, vincemmo in casa loro per 1-0 dopo tanti anni".
Finalmente l'Inter...
Dejan Stankovic: "Da avversario era un vero 'rompiscatole', per fortuna arrivò da noi. Prendemmo il migliore in quel momento".
Potenziale coppia con Ibrahimovic: "E' stato un peccato, mi sarebbe piaciuto far coppia con lui. Ci siamo allenati qualche volta insieme, ma poi lui andò al Barcellona. Cosa sarebbe successo? Non lo sapremo mai, io mi adatto sempre al mio partner. In Argentina giocavo anche da seconda punta, dopo in Europa diventai una prima punta. Il mio primo appuntamento in maglia nerazzurra fu il derby contro il Milan e andò bene".
Champions League: "Prima andammò a Pechino per la Supercoppa e tutti dopo mi presero in giro perché arrivai io e si perse subito quel match dopo tante vittorie, ma dopo sappiamo come finì quella stagione. La partita di Kiev fu incredibile, la gara della svolta. Segnò Sheva in modo rocambolesco, ma nel secondo tempo Mourinho inserì tantissimi attaccanti".
Ottavi di finale contro il Chelsea: "Quando il sorteggio ci disse che saremmo andati a Londra non eravamo molto contenti. Loro erano i più forti dopo il Barcellona, c'era un po' di ansia dopo gli anni precedenti e le varie eliminazioni, ma la gara di Londra fu una delle migliori, anche se la vittoria di Milano ci aveva tranquillizzato".
Dopo il Cska, ecco il Barça: "Il 2-0 del girone in Spagna ci spaventò un po', erano i più forti di tutti. Nel girone non eravamo scesi in campo. Al 'Camp Nou' sono una squadra quasi impossibile, ma in semifinale è andato tutto bene, per fortuna. A Milano la mia miglior partita? Può darsi, considerando il valore dell'avversario, ma anche a livello collettivo fu una gara straordinaria. Andare sotto per 1-0 in casa contro di loro ti complica le cose, ma dopo abbiamo meritato. Loro si sono spaventati, hanno scoperto la paura e ricordo che dopo il secondo gol di Maicon abbiamo deciso di aumentare il ritmo, sapendo che in Spagna sarebbe stata durissima. Abbiamo meritato la vittoria".
Ritorno a Barcellona: "L'area di rigore non l'ho mai vista (ride, ndr). Tutti ci siamo sacrificati perché essere in 10 era molto difficile. Abbiamo fatto una gara straordinaria perché sapevamo che c'era in ballo una finale. In quel campo il tempo non passa mai, a maggior ragione in inferiorità numerica, ancora peggio".
Il gol più bello di sempre: "Quello in finale di Coppa Italia contro la Roma fu molto bello. Era una gara strana, loro erano praticamente in casa, ma fu più bello vincere così. Abbiamo aspettato e poi colpito. Dopo la rete volevo esultare con i nostri tifosi, è stato una grande gioia".
Gara decisiva per lo Scudetto a Siena: "Una delle partita più emozionanti. A parte quella di Madrid la gara di Siena era la più importante perché era la fine di un percorso di un anno contro una squadra pericolosa, già retrocessa che non aveva nulla da perdere. Sapevamo che la Roma stava vincendo e non volevamo perdere il campionato all'ultimo momento. Abbiamo meritato di vincere, alla fine ho pianto tantissimo. E' stata una gara emotivamente importante".
La finale di Madrid contro il Bayern Monaco...
Si parla dei gol: "E' stata una bellissima azione quella del primo gol. Le reti sono arrivate nel momento giusto, abbiamo fatto una grandissima partita e ricordo che quella partita l'avevamo preparata nella maniera giusta".
Massimo Moratti: "Il gol a cui mi rifaccio di più è il secondo perché è stato quella della sicurezza, quello che ci ha permesso di conquistare la Coppa dei Campioni definitivamente. Miltio è l'uomo del Triplete, attraverso lui tutti hanno potuto festeggiare e tutti si rifanno a lui perché è il giocatore che ha concretizzato".
Annata da 30 gol, uno a gara praticamente: "Grazie alla squadra fortissima e con un grande allenatore. Eravamo consapevoli dei nostri mezzi".
Marco Materazzi: "Lo prendevo in giro quando gli dicevo 'Diego sono 25 minuti che non segni!' e poi puntualmente segnava".
Rapporto favorevole contro il Milan: "Sì, mi porta bene. Fare un gol nei derby è sempre speciale. Tutti i gol segnati contro di loro lo sono, ricordo quello che feci con Ranieri allenatore in quel derby fuoricasa: fu importante per me perché venivo da un periodo difficile. Anche al ritorno andò benissimo, con tre gol segnati".
Impresa contro la Juventus nella scorsa stagione: "Grande partita, abbiamo avuto molto coraggio. Abbiamo fatto un ottimo match e anche perdendo 1-0 abbiamo vinto meritatamente. Stramaccioni, che coraggio con tre punte dal 1'. Era una partita molto speciale, su quel campo non avevano mai perso".
Infortunio contro il Cluj: "Tantissime persone mi hanno fatto capire tante cose con il loro affetto. Non ho parole, in confronto non ho fatto nulla per loro rispetto a quello che mi hanno dato. E' stato un infortunio difficile, ma la forza me l'hanno data tutti i tifosi con il loro sostegno. Tutti mi hanno chiamato e mi ha fatto molto piacere".
Javier Zanetti: "Può inventare sempre la giocata vincente".
Rientro contro il Sassuolo all'andata: "Mi scusai con i loro difensori perché continuavo a correre tanto nonostante il risultato di 5-0, ma per me era la partita della vita. L'allenamento è stato fondamentale per rientrare".
Origini calabresi: "Non conoscevo il posto, mia nonna mi raccontava tutto del paese, del bar e del resto. Quando andai fu molto emozionante".
Commento su Javier Zanetti: "Un mito della società, ma anche del calcio mondiale. Ha dato tanto al calcio, all'Inter e alla Nazionale argentina. Lui è il nostro ambasciatore, è quasi 20 anni che è a Milano, è un ragazzo straordinario".
Carne argentina: "La nostra carne è sempre molto buona e facciamo la grigliata come un modo per stare insieme. Io cucino, con l'aiuto di Samuel che è bravissimo".
La Pinetina: "Vuol dire Inter, un sogno. Qui lotti per grandi traguardi, siamo una grande famiglia e la considero casa mia".
Su Moratti: "Non ho parole, lui mi ha portato all'Inter e mi ha sempre sostenuto, anche quando ero in difficoltà. Mi è sempre stato vicino e sarò sempre grato a lui. Quando mi chiamò arrivai di corsa".
Su José Mourinho: "Artefice del mio arrivo all'Inter, insieme a Moratti, Oriali e Branca. Ricordo quando mi chiamò quando ero ancora al Genoa, abbiamo avuto un grandissimo rapporto, ma anche ora. In pochi hanno vinto quello ha portato a casa lui. Dopo la sconfitta di Catania c'era il ritorno di Londra contro il Chelsea. A quel punto organizzò una riunione che toccò il nostro cuore e contro i Blues andò bene. In quei momenti capisci la sua grandezza. Si arrabbiò, ma in modo giusto, qui si vedono i grandi".
Su Erick Thohir: "Impatto? Poco direi, ho parlato poco con lui, ma mi sembra adatto all'Inter. Credo che farà bene perché ha voglia. Arriva in una grande famiglia".
Lo spogliatoio del Triplete: "Un gruppo straordinario".
Coreografia di Madrid: "Impressionante, ti emozioni subito. Abbiamo inseguito il nostro sogno, come diceva José".
Futuro: "Voglio finire di giocare, poi farò sicuramente qualcosa inerente al calcio perché è quello che mi rende felice. Sarò sempre legato al calcio".
Autore: Francesco Fontana
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