Presente a Venezia all'evento 'Le sfide del calcio italiano', Beppe Marotta ha affrontato vari argomenti, tra cui anche alcuni attinenti indirettamente all'attualità nerazzurra. "Una volta le società di calcio erano diverse, gli almanacchi Panini dedicavano poche righe all'organigramma societario - ha detto l'a.d. sport nerazzurro -. Ora la storia è cambiata, il calcio è cambiato e io, che faccio il dirigente spotivo da 42 anni, ho attraversato le varie epoche. Un'importanza enorme adesso ce l'hanno gli stadi, per senso di appartenenza e per i ricavi. Alla Juventus ho potuto sperimentare il passaggio dal vecchio modello al nuovo: si guadagna in punti in classifica e nel bilancio. In Italia abbiamo un'esigenza assoluta in questo senso, perché continuiamo ad essere molto indietro rispetto al resto dell'Europa che conta. Bisogna costruire poli commerciali e non cattedrali nel deserto. Occorre avere lungimiranza". 

"Meglio una società con un bilancio positivo o una che vince? Se lo chiedessimo ai tifosi, tutti risponderebbero una che vince - ha spiegato Marotta -. Ma una società deve avere programmi a lunga durata. Spesso si è condizionati dall'ambiente, ad esempio si cambia allenatore solo per qualche periodo negativo. Invece c'è da essere razionali e capire che non può essere il capro espiatorio. Occorre avere cultura della sconfitta, e in tal senso la mediaticità non aiuta per nulla. Si perde il senso critico e si attacca tutto e tutti".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 07 maggio 2019 alle 17:46
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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