Fine ottobre, si sa, è il periodo di Halloween ma Antonio Conte avrebbe volentieri fatto a meno dello scherzetto giocatogli dallo Shakhtar Donetsk, organizzato militarmente per strappare un sanguinoso 0-0 all’Inter, che complica non poco i giochi per il passaggio del turno in Champions League. E sì che l’Inter ha avuto tante occasioni per godersi il dolcetto: due traverse, di Lukaku e Barella. Un gol sbagliato a porta vuota da Lautaro Martinez e una miriadi di decisioni sbagliate all’ultimo passaggio, dopo infiniti giropalla per scardinare le due linee ucraine. Non è andata, e con il pari del Real Madrid in Germania la strada si fa in salita. Ora c’è da andare a giocarsi la qualificazione a Valdebebas, fra le mura amiche della squadra di Zidane: una sfida d’altri tempi per conquistare un pezzetto di futuro dell’Inter che sarà.
SEMPLICE - Conte è stato un martello pneumatico per tutti e novanta i minuti di gioco. Le indicazioni ai suoi erano sempre le stesse, dal classico “gira”, al “semplice”, fino al “taglia”. La partita dell’Inter era scritta: possesso palla, accortezza, lanci a sfondare la barriera arancio-nera. Dalla gestualità e dal ritmo di Conte, le intenzioni dell’allenatore erano chiare: prima di tutto, non prendiamo gol, perché diventerebbe tutto più difficile. A più riprese ha richiamato i suoi a un gioco accorto, senza rischi.
Da lì in avanti, accampati nella metà campo avversaria, si poteva provare a vincere la gara. Lo Shakhtar, a sua volta, non ha fatto niente per nascondere la sua volontà: due linee da quattro uomini, con un mediano davanti la difesa a occuparsi del trequartista dell’Inter e l’attaccante a dar fastidio alla prima impostazione. Purtroppo la Dea Bendata non sorride ai nerazzurri, beffati sul più bello due volte: un lancio di Young taglia in due la difesa e sfrutta il movimento di Lukaku che fa a sportellate, sbaglia l’appoggio verso la porta ma vede Barella, il cui tiro si stampa sulla traversa. Ed è lo stesso Lukaku a ingaggiare un secondo round con la Fortuna, grazie a una sua punizione sublime che lambisce la traversa dopo il tocco del portiere di casa.
ERRORI - Il secondo tempo dell’Inter è cosparso di una serie di imprecisioni che sono costate il bottino pieno. Se da un lato lo Shakhtar ha issato bandiera bianca, dall’altro ha continuato a difendere strenuamente, togliendo ogni tipo di ritmo agli attaccanti interisti. Lautaro è a poco a poco scomparso dalla partita, con l’errore da matita blu che ha sancito il tempo della sua sostituzione. E se nel primo tempo l’Inter ha sfondato principalmente a destra, Hakimi e D’Ambrosio hanno faticato negli ultimi 30’, accusando un caso fisico che li ha estromessi dalla gara. L’ex Dortmund è stato protagonista di una discesa meravigliosa, ma all’ultimo ha sbagliato la scelta, mettendo un pallone a metà fra Lukaku e Lautaro. Niente da fare.
Lo stesso Conte ha fatto un po’ di confusione con i cambi: ritrovandosi senza Sanchez e Sensi, con il forfait del Toro ha messo dentro Perisic nell’insolito ruolo di seconda punta. Dopo diversi minuti di niente, ha corretto il tiro mettendo dentro Darmian, Eriksen e soprattutto Pinamonti, riportando il 14 sul lato di competenza. Troppo tardi, il pasticcio era concluso. Non c’è stato modo nemmeno di organizzare un forcing finale, tanto poche erano le energie e tale è stato l’impegno dello Shakhtar a neutralizzare ogni mossa di Conte.
STRADA - Nel post-partita Conte è stato perentorio: questa è la strada giusta. I numeri tendono a dargli ragione: da quanto era che l’Inter non subiva zero tiri in porta in una partita di Champions League? E stiamo parlando di una squadra che settimana fa ha fatto tre gol al Real Madrid. Il rammarico per non aver portato a Milano i tre punti è evidente, ma non si possono dimenticare le cose buone viste fin qui: in sette partite disputate, senza praticamente preparazione, il dominio territoriale è stato incontrastato. I gol subiti sono stati causati principalmente da errori individuali, mentre i gol - a rosa completa - sono fioccati. Da quando l’Inter ha dovuto barcamenarsi con le assenze dovute al CoVid-19 e agli infortuni, la musica è leggermente cambiata. Ma l’insistenza con cui si cercherà di eseguire sempre lo stesso spartito, contro qualsiasi avversario, sarà la chiave del successo di questa squadra. Che è ancora lontana dal suo pieno potenziale.
VIDEO - ACCADDE OGGI - 28/10/2006: DAL DOMINIO ALLA PAURA, L'EMOZIONANTE DERBY DEL 3-4
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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