Estate travagliata, tra visite mediche e affari saltati. Ma adesso Davide Santon si sta prendendo una grossa rivincita anche grazie alla fiducia che gli ha accordato De Boer. "E’ stata un’estate dura: c’era Mancini, che mi considerava la quarta, quinta scelta, e avevamo scelto di prendere strade diverse per far sì che non perdessi un anno. Così non è stato e si vede che il mio destino prevedeva che restassi qui. La storia poi la conoscete: è arrivato De Boer che mi ha dato fiducia e ho ricominciato a giocare. Però ce ne ho messo pure del mio, perché non ho mai mollato". Il terzino si confida così a Tuttosport
 
Riavvolgiamo il nastro: cosa è successo con Mancini? 
"Ha preferito altri giocatori rispetto al sottoscritto, come peraltro lecito, ci mancherebbe. Io, di riflesso, ho iniziato a guardarmi intorno. Però continuo a non capire perché abbia voluto riprendermi per poi, dopo appena mezza stagione, decidere che non andassi più bene". 
 
E lì è iniziato il calvario delle visite mediche... 
"E’ vero, Il mio ginocchio va gestito. Non posso certo giocare 5 partite in 15 giorni, ma da qui a non passare le visite mediche ce ne passa. Invece è successo, ma i dottori che mi hanno detto no possono pensarla come vogliono, io posso giocare e non ho problemi. Come peraltro è sotto gli occhi di tutti...". 
 
Quanto deve a De Boer? 
"Tantissimo. Quando è arrivato, mi ha subito parlato. Sapeva che avevo affrontato un’estate difficile, che avevo bisogno di allenarmi e di tempo per tornare al 100%. Mi ha detto che aveva intenzione di schierarmi titolare e così è stato. Per un giocatore è importante sentire la fiducia del suo allenatore: dopo le parole di De Boer ho infatti maturato la convinzione che, se mi fossi allenato per bene, avrei potuto giocarmela con tutti". 
 
Prima della gara col Palermo, il ricordo che i tifosi avevano di lei era stato il naufragio nel derby... 
"Lì Mancini mi ha un po’ mandato al massacro: non giocavo da quattro mesi, mi ha spedito in campo senza che me lo aspettassi quando non ero pronto per giocare né mentalmente né fisicamente. Ciò non toglie che sarò sempre grato a Mancini per avermi riportato all’Inter". 
 
Cos’ha portato di nuovo De Boer? 
"La mentalità che c’è in Premier: bisogna correre, pressare, riconquistare palla e poi pensare alla tattica. Se riusciremo a mettere in pratica quanto ci dice, sono sicuro che arriveranno grandi risultati". 
 
Dovesse arrivare all’Inter pure Darmian, sarebbe un problema o una risorsa in più? 
"Matteo è un bravissimo ragazzo e un giocatore importante, se l’Inter dovesse decidere di prenderlo, sarebbe un buon acquisto".  
 
Dove si deve migliorare? 
"Dobbiamo essere più organizzati in campo, capire quando pressare e quando aspettare, essere più compatti e fare meno errori in fase di costruzione: specialmente in Italia, dove le squadre ti aspettano per ripartire, rischi di perdere delle partite che potresti vincere tre o quattro a zero. Con la Roma, per esempio, abbiamo concesso molte occasioni non perché loro fossero più forti, ma perché abbiamo sbagliato troppi passaggi a centrocampo". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 12 ottobre 2016 alle 08:30 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print