Alleggerire gli animi, allentare la tensione, ricostruire i tasselli di una fisiologica ripresa del cammino. La ripresa della sosta coincide con il derby d'Italia e dunque quale migliore occasione per riprendere il percorso, passo dopo passo. 'Aggiungere', non 'Rivoluzionare'. Chivu in conferenza aveva mostrato le idee chiare, poi come sempre il campo fornisce le sue risposte, che molto spesso sono incontrovertibili. E all'inizio del derby d'Italia l'Inter parte convinta, provando a mettere alle corde la Juventus con un giro palla alcune volte sterile, ma comunque intriso di qualche tassello interessante. Barella ci prova con una coordinazione niente male, ma quando i bianconeri mettono il muso nella metà campo interista, ecco che i problemi arrivano puntualmente. Come quando Kelly è libero di segnare di contro balzo in seguito al cross di Bremer con troppa libertà.

MANOVRARE NON BASTA... NELLA FOLLIA DELLO STADIUM. La fotografia della prima frazione di gioco costruisce una prospettiva molto chiara: costruire gioco non basta. Tudor ha saputo come predisporre i propri giocatori e quando la palla arriva tra le linee, la Vecchia Signora prova ad accendersi. I nerazzurri continuano a premere e trovano il pari con un bel sinistro potente di Calhanoglu. Il canovaccio tattico è chiaro: la Juve se ne sta guardinga tenendo due linee (una da cinque e una da quattro) per poi ripartire e provare a pungere sfruttando anche le corse risparmiate di qualche giocatore interista. Proprio Calhanoglu ha sulla coscienza il nuovo vantaggio bianconero: Yildiz riceve e punta subito la porta, scaricando un destro potentissimo sul quale i riflessi di Sommer non sono proprio impeccabili. L'archivio è limpido: il pressing alto dell'Inter è molto spesso efficace, ma l'accelerazione delle operazioni risulta fondamentale per rendersi pericolosi in avanti.

PIÙ CINISMO, MA L'ALTALENA NON SORRIDE AI NERAZZURRI. Nel corso della ripresa si vede un'Inter più combattiva ma soprattutto maggiormente decisa nell'assediare la metà campo avversaria. I ricordi dell'anno scorso rimangono ancora fulgidi e i presupposti di una partita folle nascono quando Calhanoglu realizza il 2-2: una rete davvero bella per la consistenza tecnica con la quale è stata realizzata. Stop di petto e conclusione in diagonale impeccabile. Quando l'Inter riesce a riprenderla, la sensazione è che all'interno della Juventus cresca un po' di timore. Così arriva il sorpasso nerazzurro con lo stacco imperioso di Marcus Thuram su precisa pennellata di Dimarco. Sembra finita, ma non è mai finita finché non è finita. Kephren restituisce il colpo al fratello e pareggia i conti con la stessa arma. Le giocate dei singoli rendono magica la partita per la Juve. Adzic trova un jolly incredibile al primo minuto di recupero. E' il gol che fa sprofondare l'Inter in una brutta illusione, quella dell'incertezza spasmodica. Sembrava fatta, ma ancora una volta arriva una delusione per il Biscione. Che deve riflettere. Sette reti in totale, ma l'Inter esce nuovamente delusa dal terreno di gioco.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 14 settembre 2025 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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