Vincere con un guizzo, una partita bloccata. Lo step mentale che ha chiesto Conte, in pillole distribuite nei novanta minuti. Dopo essere incespicata troppe volte a inizio stagione, l’Inter vista contro lo Spezia ha risposto un’altra prova di maturità, perlomeno nel risultato: il 2-1 di San Siro è perentorio nella sua essenza. Stanchi e stremati da un tour de force che ha spremuto l’Inter per tre mesi, i ragazzi di Conte hanno fatto valere la propria esperienza e la forza dei singoli, spazzando via un gagliardo Spezia grazie a due accelerazioni.
La sesta vittoria consecutiva dell’Inter arriva alla penultima curva di un 2020 adrenalinico, a mantenere le distanze dalla capolista Milan e dalle inseguitrici che avranno un’ultima chance di ridurre le distanze prima della pausa natalizia.
In un weekend in cui tutte le grandi vincono, era fondamentale dare una risposta concreta: la squadra è arrivata quasi al limite fisico dei propri giri, tornando a un assetto che in Serie A è una garanzia. Durante lo stop, Conte dovrà mettere mano agli ingranaggi del motore per provare a limare alcune situazioni ataviche nella gestione delle partite, ma se l’Inter doveva rilanciarsi nella corsa allo Scudetto, così è stato grazie a una striscia che non vuole fermarsi.
BLOCCATI - Del resto, il primo tempo di ieri a San Siro non lasciava ben sperare. L’Inter è apparsa in difficoltà a leggere lo Spezia, una squadra umile venuta a San Siro con intensità e idee chiarissime, per pressare e fare il proprio gioco. Come dicevamo, i nerazzurri sono stanchi e Conte decide di dar fiducia alla squadra vittoriosa contro il Napoli, riproponendo per la settima gara consecutiva in Serie A il terzetto titolare, con il centrocampo classico Gagliardini-Brozovic-Barella, che però ha avuto molta difficoltà in impostazione.
I primi 45’ si possono riassumere in due azioni individuali: Young che spezza il raddoppio sulla sinistra e calcia in porta, ma Provedel si allunga e para. E il colpo sbilenco di Lautaro Martinez, che sugli sviluppi di un calcio d’angolo non riesce a spizzare di testa un pallone che avrebbe reso la gara dell’Inter molto più semplice. Lo Spezia imposta dal basso, sfrutta l’ampiezza delle proprie ali e usa i centrocampisti come un grimaldello, per giocare alle spalle del terzetto interista. L’Inter arriva in ritardo sulle seconde palle e la LuLa appare un po’ abbacchiata, ma non ci sono da registrare particolari pericoli nella porta di un Handanovic spettatore.
ESPRESSO - Nella ripresa, Conte mette mano all’undici iniziale e inserisce Stefano Sensi, dodicesimo uomo per antonomasia in questa porzione di stagione. Il suo ingresso coincide con una scarica di energia positiva e un ritrovato senso di geometrie. Non è ancora al meglio, ma il suo apporto è fondamentale per dare idee nei momenti di magra che la squadra vive ciclicamente.
A sbloccare una partita del resto basta un episodio, quello che è mancato contro lo Shaktar e che invece Hakimi è stato bravo a costruirsi sul lancio di Lautaro Martinez. L’ex giocatore del Dortmund in campo aperto è semplicemente inarrestabile: brucia l’avversario sulla corsa, si allunga il pallone quel tanto che basta per confondere Provedel, che a quel punto si aspetta un traversone ma si ritrova a dover raccogliere il pallone nella propria porta. E’ il quinto gol per l’esterno marocchino, una macchina da mismatch che deve diventare uno strumento con cui l’Inter spezza le resistenze delle difese avversarie.
Al momento, di giocatori come Hakimi in Serie A ce ne sono solo due ed entrambi vengono dal vivaio del Real Madrid e ora giocano a Milano: il primo derby con Theo Hernandez è stato vinto ai punti dal milanista, anche se nel confronto diretto Hakimi ha impressionato più dell’avversario. Che si stia preparando al secondo round?
GESTIONE - Conte ha preso le misure della sua squadra e diventa sempre più consapevole dei limiti strutturali e di gestione di un gruppo che deve consolidarsi. Senza Sanchez a disposizione, l’unica alternativa è una scelta minimalista, con una squadra compatta che rinuncia al pressing e aspetta lo spazio giusto per colpire.
Crescere, diventare una big vuol dire anche passare attraverso partite come quelle contro Napoli e Spezia, vincendo alla prima occasioni utile. Ci sono ancora degli aspetti che vanno migliorati e ci sarà la pausa natalizia per farlo: dopo l’uscita in Coppa, l’unica cosa importante era recuperare quanti più punti possibili e mantenere invariato il proprio status in campionato. Conte doveva sfoltire la rosa e riuscire a compattare il gruppo che lo condurrà alla fine del campionato: in attesa di oliare al meglio tutti gli ingranaggi e portare l'Inter al livello successivo, bisognava stabilizzare la situazione e guadagnare tempo per apportare tutte le modifiche.
Risultato riuscito, per ora: il Verona nello scorso campionato regalò un secondo tempo amaro all’Inter, proprio con un gol nel finale figlio di una squadra stanca e di una rete nella mischia. Conte e i suoi ragazzi avranno imparato dai propri errori e riusciranno a concedersi un Natale da (almeno) secondi in classifica?
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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