Il nuovo Maicon: tanti giovani giocatori brasiliani che si ritrovano ad occupare un ruolo importante per il loro calcio, ovvero quello di laterale destro, hanno dovuto convivere con questo scomodo paragone non appena hanno dimostrato di avere delle qualità (addirittura è stato speso inizialmente anche per Jonathan). Quando poi un dirigente della Nazionale brasiliana arriva a dire che il soggetto in questione rappresenta il mix ideale tra “Maicon e Dani Alves”, mica due qualunque, allora o si ragiona per iperboli, oppure, più verosimilmente, davvero questo giocatore ha davvero delle grandi potenzialità. Di Wallace Oliveira dos Santos, più semplicemente Wallace, esterno classe 1994 cresciuto nel Fluminense e da ieri ufficialmente un nuovo giocatore dell’Inter, gli addetti ai lavori dicono da tempo mirabilie: l’anno scorso il Chelsea lo ha strappato ad una ricca concorrenza, ma le beghe burocratiche legate ai permessi di lavoro per gli extracomunitari in Premier League hanno costretto José Mourinho a doversene privare, almeno per una stagione, dirottandolo in prestito al club nerazzurro.

La carriera di Wallace inizia, come detto, nel Fluminense, dove approda nel 2005 e compie tutta la trafila delle selezioni giovanili. L’anno della ribalta per lui è il 2011: a due anni fa, infatti, risale il suo debutto nella prima squadra del Tricolor carioca, in un match di campionato contro il Palmeiras. Ma soprattutto, due anni fa  Wallace conquista con la Nazionale brasiliana il Sudamericano Under 17 in Ecuador, dove ha iniziato ad imporsi come uno dei più brillanti talenti sudamericani. Sensazioni che il giovane Wallace riuscirà a confermare anche in occasione del Mondiale di categoria disputato in Messico: il suo biglietto da visita è il gol nella partita di debutto  contro la Danimarca, poi trascinerà la Seleçao avanti nel torneo, chiuso al quarto posto. E’ lì che Wallace comincia a calamitare su di sé l’attenzione degli addetti ai lavori e degli scout dei principali club internazionali.

Nel 2012 arriva il primo gol tra i professionisti, segnato al Bahia; e nel novembre di quell’anno, arriva anche l’annuncio del suo acquisto da parte del Chelsea, al quale il Fluminense riesce comunque a strappare il consenso per tenerlo in rosa almeno per la successiva Copa Libertadores, rimandando il suo arrivo a Londra all’estate di quest’anno. Alla corte dello Special One, Wallace mette piede in campo durante la tournée in Thailandia, e si guadagna anche gli elogi del tecnico di Setubal. In quel ruolo, però, Mou ha a disposizione già due elementi di classe come Branislav Ivanovic e Cesar Azpilicueta, e allora annuncia anche l’intenzione di girarlo in prestito, anche per la questione della concessione del visto di lavoro per il quale Wallace non rispondeva ai requisiti richiesti dalla Premier League (il vincolo che bloccò il passaggio di Mcdonald Mariga al Manchester City, prima che questi passasse all’Inter). Drizzano le orecchie in tanti, soprattutto dall’Italia: ci prova la Roma, alla fine la spunta l’Inter, bisognosa come non mai di nuove forze sulle corsie laterali.

Che giocatore arriva all’Inter? Al di là dei paragoni, Wallace ha tutte le carte in regola per diventare un elemento di quelli importanti: in grado di coprire tutta la fascia destra, fa della velocità e della sua progressione il suo punto di forza, tale da diventare addirittura devastante in trance agonistica. Cerca sempre il fondo, punta l’uomo e sa servire cross molto precisi, ha un’ottima tecnica di base e riesce sempre a farsi valere nell’uno-contro-uno e sa dire la sua anche nei calci piazzati; e nonostante non sia propriamente un marcantonio, non esita ad andare al contrasto anche con avversari più possenti. Durante gli ultimi mesi al Fluminense, poi, è stato schierato anche sulla corsia di sinistra, con risultati incoraggianti. Il suo punto debole sembra essere la fase difensiva, la sua propensione ad attaccare lo porta spesso a lasciare delle voragini anche grosse dietro di sé; con le sue caratteristiche, comunque, pare adattarsi bene a quello che è il gioco di Walter Mazzarri.

L’arrivo di Wallace è stato accompagnato da qualche mugugno, specie per la formula, che prevede il semplice prestito con ritorno alla base Chelsea dopo un anno, insomma un lavoro di valorizzazione del quale è destinato sul lungo termine a godere più Mourinho di Mazzarri. Che molto probabilmente non si accontenterà del giovane brasiliano per coprire una falla non di poco conto dei suoi schemi e chiederà un altro elemento più esperto, con conseguente dualismo e lotta per emergere e guadagnare posizioni nelle sue gerarchie. Comunque il giocatore non sembra preoccuparsi di tutto il contorno e pare già ben calato nella nuova avventura: del resto, si è presentato ai suoi nuovi tifosi parlando di una “nuova battaglia da vincere”. Magari è presto per parlare di un nuovo Maicon, ma, anche vista l’omonimia col grande personaggio interpretato da Mel Gibson, di un nuovo Braveheart indubbiamente sì.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 14 agosto 2013 alle 17:15
Autore: Christian Liotta
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