Inutile girarci intorno, l'operazione Mancini-Milan non si sarebbe mai concretizzata in altre circostanze. Non tanto per il fatto che la società nerazzurra ha così 'regalato' ai cugini un giocatore comunque di qualità, nonostante venga da un periodo non facile. Quanto piuttosto per il rifiuto da parte di Jankulovski di effettuare il percorso inverso, avallato poi dal club di via Turati che non ha insistito più di tanto. Il periodo storico in cui questa trattativa ha avuto corso (pochi giorni, a dir la verità) ha indoto Massimo Moratti a soprassedere alla mancanza di contropartita da parte del Milan. Jankulovski sarebbe tornato utile alla causa nerazzurra, visto che nel ruolo Mourinho oggi può disporre del solo Santon e che Kolarov è diventato inarrivabile a causa dell'indisponenza di Lotito.

Le polemiche roventi dopo il derby e dopo il caos calendari, che hanno spinto Galliani a trincerarsi nel silenzio e a definire l'Inter "l'altra squadra di Milano" hanno portato i rapporti tra i club ai minimi storici. Onde evitare un andazzo 'pericoloso', dunque, Moratti ha preferito porgere la mano ai rossoneri e dar loro Amantino Mancini in prestito (con diritto di riscatto della metà fissato a 4 milioni, ben al di sotto del valore di mercato dell'esterno), senza pretendere nulla in cambio. Un dono che potesse essere il simbolo della riappacificazione tra le due sponde del Naviglio, un segnale di pace proveniente da chi, a dir la verità, si era sentito maltrattato dalle ultime vicende calcistiche. Ma per quieto vivere si fa anche questo, almeno così la pensa Moratti, che si è comportato elegantemente così come ha fatto con Lotito nell'altra faccenda spinosa delle ultime settimane interista: la trattativa Ledesma.

Fino all'ultimo l'Inter ha cercato di convincere Lotito a cedere il giocatore, offrendo una cifra fin troppo generosa considerando la situazione contrattuale dell'argentino. Persino prima della sentenza del Collegio Arbitrale Branca ha fatto di tutto per trovare un accordo economico, onde evitare si 'sottrarre' gratis un altro giocatore alla Lazio dopo Pandev. Poi la sentenza ha sorriso a Lotito, che dopo aver rifiutato l'offerta nerazzurra si è ringallunzito e ha opposto un muro alla trattativa, trovandosi alla fine con un pugno di mosche in mano. Moratti è un signore, lo dicono tutti, ma anche la sua pazienza si esaurisce. E Lotito in questa faccenda, dopo aver rispedito al mittente offerte economiche fin troppo generose, ha tirato troppo la corda. Insomma, chi vuole può sostenere il contrario, ma di fronte a queste situazioni è difficile sostenere che la società nerazzurra non si comporti in maniera corretta. Fin troppo facile soffermarsi sulle proteste in campo o sulle dichiarazioni pepate di Mourinho...

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 02 febbraio 2010 alle 13:25
Autore: Fabio Costantino
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