E andiamooooooo!!! Il tanto atteso derby della Madunina si tinge di nerazzurro. Nella casa del Diavolo l'Inter disputa una partita perfetta, si chiude quando serve e riparte quando c'è l'occasione per farlo. E alla fine la spunta. E' una vittoria d'oro colato per la squadra di Ranieri, che ha datoi una lezione tattica al collega Allegri e ora lo vede molto più vicino, a soli 5 punti. La vetta è distante 6 lunghezze, la zona Champions appena 3. Signori e signore, l'Inter è ufficialmente tornata in corsa per questo benedetto scudetto. Ma diciamolo a bassa voce.
NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’ - Chissà se davvero Ranieri ha deciso solo all’ultimo quale formazione proporre contro i rossoneri. Fatto sta che il tanto atteso Sneijder inizia dalla panchina, come logica vorrebbe per un giocatore al rientro dopo 2 mesi di assenza. Undici nel segno della continuità, dunque, con coppia offensiva confermata e modulo invariato rispetto alle ultime, vincenti, uscite. In quest’ottica, volendo essere provocatori, Alvarez ha la meglio sull’olandese. Nessuna variazione anche per Allegri, che dopo il caos di pochi giorni fa lancia Pato, con la speranza che legittimi la decisione di Berlusconi di toglierlo dalle grinfie di Ancelotti e Leonardo. I quasi 80 mila spettatori del Meazza aspettano anche questo responso, ottenendo come prima risposta un erroraccio del Papero nel cuore dell’area all’11’. Non che Boateng al 20’, su schema d’angolo, possa dire di aver fatto meglio del collega. Chi sente particolarmente il derby è Thiago Motta, costretto a uscire per farsi medicare ben due volte in 20 minuti e vittima di un gol annullato per fuorigioco (inesistente, ma non dovremmo sorprenderci considerato l'andazzo stagionale...).
UNO SQUILLO A TESTA - Che la posta in palio sia alta lo testimonia la tensione in campo. Entrambe le contendenti predicano calma e badano a non correre rischi. Questo non significa che la partita sia noiosa, anzi. Potenzialmente, di opportunità ce ne sarebbero ambo i lati, ma le difese non commettono errori e li lasciano tutti ai reparti avanzati, non particolarmente brillanti. L’Inter crea problemi all’avversario solo quando sale palla a terra, ma Pazzini e Milito non sono particolarmente in sintonia. In più, Alvarez si lascia ‘rapire’ dalla timidezza e quando al 40’ potrebbe entrare nella storia del derby di Milano si lascia ipnotizzare da Abbiati: che spreco… E siccome siamo in democrazia, anche il Milan può rammaricarsi per la traversa di Van Bommel allo scadere della prima frazione.
PRINCIPESCO - Il paradosso del secondo tempo è che l’Inter lo inizia con il piede sbagliato, facendosi chiudere nella propria metà campo da un Milan volenteroso, evi den temente strigliato a dovere da Allegri negli spogliatoi. A un certo punto Cambiasso si vede costretto a sparare lontano il pallone, in stile rugby stico, per allentare la pressione. Poi, però, in una ripartenza Abate liscia su un lancio di Maicon e manda Milito in gol, per il vantaggio nerazzurro (54’). Il Principe lo sente il derby, eccome, e spesso lo griffa. Il Milan è scosso dallo svantaggio e deve ringraziare Abbiati se Nagatomo non pesca un jolly dalla distanza (ma che errore di Yuto sotto porta al 71'...). Qualche minuto dopo ecco la mossa tattica di Allegri: dentro Robinho, fuori Zambrotta e super tridente rossonero. La risposta di Ranieri è Chivu per Alvarez, con Nagatomo che va a fare il centrocampista di fascia davanti al romeno. Il pessimo manto erboso di San Siro diventa così uno scacchiere.
FINALE IN APNEA - Alla mezz’ora della ripresa, tra le ovazioni della Curva Nord, arriva il momento di Sneijder, che entra al posto di Milito, stanchissimo. Per lui il ruolo di seconda punta preventivato alla vigilia, a supporto di un Pazzini che là davanti ne vede poche, ma lotta come un leone. Vittima del cronometro e del risultato, Allegri effettua altre due sostituzioni: fuori Nocerino, dentro Seedorf, il classico uomo derby che fa paura solo per la nomea che si è costruito; fuori uno spento Pato, dentro El Sharaawy. Mosse che fruttano subito due chance rossonere: Julio Cesar è bravo su una botta di Seedorf da fuori, bravissimo su una conclusione ravvicinata di Robinho un minuto dopo. Il finale è un gioco a una porta sola, con il Milan disperatamente alla ricerca del pareggio e l’Inter che si chiude con ordine. L’ingresso di Forlan per Pazzini è l’ultima mossa di Ranieri, che chiede ai suoi l’ultimo sforzo di un match infinito. Al fischio finale di Orsato, è dunque più che giustificata la gioia del popolo nerazzurro.
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Autore: Fabio Costantino
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