Linea verde anche in prima squadra. Al termine della scorsa stagione, quando l'Inter stava già iniziando a varare il nuovo corso, Stramaccioni aveva fatto intuire che nella sua rosa successiva avrebbe inserito molti ragazzi provenienti dalla Primavera. Così è stato, in tutti i reparti, mossa che, unita alle cessioni di alcuni ultratrentenni, ha abbassato notevolmente l'età media della squadra. Livaja in attacco, Romanò, Benassi Duncan a centrocampo, Mbaye e Bianchetti in difesa, Cincilla in porta. Quattro classe '93, tre classe '94.

Proprio l'ex capitano della Primavera, Andrea Romanò, è stato l'ultima conferma. Per lui si prospettava un'esperienza altrove, non mancavano i club interessati a dargli una maglia da professionista, eppure è rimasto in nerazzurro. Che sia una decisione di Stramaccioni o una conseguenza di un mancato accordo non è dato sapere, di certo però l'età media della rosa si abbassa ulteriormente con il suo innesto e, almeno in teoria, l'allenatore avrà a disposizione un altro centrocampista che conosce bene in caso di estrema necessità.

Dal punto di vista nazionalistico, pur avendo inserito diversi giovani dalla Primavera in prima squadra, l'Inter perde un tassello di italianità. Si è infatti passati dagli 8 calciatori tricolori della rosa che ha concluso la stagione 2011/12 ai 7 di quella attuale. Decisivi, in tal senso, i mancati riscatti dalla Sampdoria di Palombo e Poli, la rinuncia della metà di Faraoni nell'affare Handanovic e la cessione di Pazzini, sostituito però sotto tutti i punti di vista dall'azzurro Cassano.

Oggi, a mercato chiuso, considerati tutti i giocatori disponibili in prima squadra, l’età media dell’Inter è di 25 anni, con agli estremi tre 18enni e un 39enne, che però in campo sembra un ragazzino. Dieci i giocatori che hanno già compiuto 30 anni (Palacio e Cassano hanno tagliato il traguardo nel 2012); nove quelli che ruotano intorno ai 20 (Obi e Juan ne hanno compiuti 21); il resto, 13 elementi, rappresenta quella fascia di mezzo che può assicurare a Stramaccioni maturità e freschezza atletica. In altre parole, confermate le linee guida elaborate dal club, che invece di una rifondazione giovanile aveva puntato sul giusto mix tra esuberanza, freschezza ed esperienza.

E, nel frattempo, oltre al monte ingaggi (tagliato di 40 milioni) ha abbassato anche l’età media rispetto alla rosa con cui Stramaccioni ha chiuso la scorsa, deludente stagione (27,6). Senza dimenticare che Longo (20) è stato prestato e quindi tornerà alla base, mentre restano in comproprietà Crisetig (19) e Faraoni (20), entrambi con buone chance di tornare alla base. Il vero neo potrebbe essere rappresentato dalla rinuncia a giocatori di caratura internazionale per ovvi limiti di età e di ingaggio, sostituiti da giocatori meno ‘affascinanti’ e noti calcisticamente parlando.

Ma era un sacrificio preventivabile dal momento che i campioni riconosciuti a livello mondiale, oggi, in Italia non ci mettono più piede. Insomma, un passo avanti nella costruzione del futuro sia dal punto di vista tecnico sia finanziario, sperando che anche il campo possa dare le stesse indicazioni positive.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 01 settembre 2012 alle 19:25
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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